Scusandomi per il ritardo, vi segnalo che a causa di questioni strettamente personali, atualmente non sono in più in grado di proseguire l'attività del blog. Non posso dire se si tratta di chiusura temporanea o definitiva, solo il tempo potrà dirlo. A tutti voi, il ringraziamento per questi mesi di collaborazione, pochi ma intensi. La speranza è di ritrovarci tutti qui. Chissà. Un saluto e un abbraccio affettuoso, nonché i miei più profondi auguri di buone feste.
Lo Stampista
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venerdì 18 dicembre 2009
venerdì 4 dicembre 2009
VISTO SI MANGIA
Il solito Dagospia commenta a modo suo il pezzo comparso oggi su La Stampa riguardo il Forum Internazionale sull'alimentazione patrocinato da Barilla a Roma.
Spottone Barilla contro la fame nel mondo. Alla corte di Re Guidone occorrono direttori e vip vari (Gianni Riotta, Mario Calabresi, Umberto Veronesi e una certa Vandana Shiva) e oggi gran pezzo della Stampa (p.33) sul "Primo Forum del Barilla Center for food and nutrition". E ‘sti cojon!
Dove c'è marchetta c'è casa?
Spottone Barilla contro la fame nel mondo. Alla corte di Re Guidone occorrono direttori e vip vari (Gianni Riotta, Mario Calabresi, Umberto Veronesi e una certa Vandana Shiva) e oggi gran pezzo della Stampa (p.33) sul "Primo Forum del Barilla Center for food and nutrition". E ‘sti cojon!
Dove c'è marchetta c'è casa?
giovedì 3 dicembre 2009
TORO SCATENATO
Forum granata particolarmente agitati oggi. Oggetto di tanto rumore la solidarietà espressa dall'Ordine dei Giornalisti a favore di Gianluca Oddenino, specializzato in cose di Toro (cui facciamo gli auguri per il 103° compleanno) e da tempo nel mirino dei tifosi (e della società) per il suo presunto "anti-torinismo".
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un articolo in cui Oddenino descriveva una lite tra il segretario generale granata Ienca e il portiere Sereni: rivelazione che ha mandato su tutte le furie il presidente Cairo, tanto da togliere l'accredito stampa al giornalista (però, signori miei, che triste e pericolosa l'espressione "persona non gradita"...).
Troppo duro Oddenino nei confronti del già di suo sfigato Toro? Troppo severi nel giudizio i tifosi granata, che accusano le firme Stampiste di non essere così cattive con la Juve?
Ecco che riemerge di prepotenza uno dei tormentoni principi de La Stampa (a dir la verità mai completamente sopito negli anni): la bilancia del Nostro Quotidiano pende troppo dalla parte del piatto bianconero?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un articolo in cui Oddenino descriveva una lite tra il segretario generale granata Ienca e il portiere Sereni: rivelazione che ha mandato su tutte le furie il presidente Cairo, tanto da togliere l'accredito stampa al giornalista (però, signori miei, che triste e pericolosa l'espressione "persona non gradita"...).
Troppo duro Oddenino nei confronti del già di suo sfigato Toro? Troppo severi nel giudizio i tifosi granata, che accusano le firme Stampiste di non essere così cattive con la Juve?
Ecco che riemerge di prepotenza uno dei tormentoni principi de La Stampa (a dir la verità mai completamente sopito negli anni): la bilancia del Nostro Quotidiano pende troppo dalla parte del piatto bianconero?
GOOD LUCK GOOD WORK
Altro che allegare dvd, enciclopedie sull'arte, fascicoli su come combattere l'influenza suina. I nostri carissimi nemici di Cronaca Qui sì che hanno capito come aumentare le vendite di questi tempi.
Stavolta sono loro a dirci: beccati questa.
Stavolta sono loro a dirci: beccati questa.
Sveglia, ragazzi!
mercoledì 2 dicembre 2009
LAVORI IN CORSO
Nuove indiscrezioni di Dagospia sulle prossime mosse dei vertici del Nostro Quotidiano preferito.
In attesa della firma ministeriale del decreto che aprirà formalmente lo stato di crisi, la Stampa di Torino congela il progetto di aggiornare con un restyling grafico la veste del quotidiano diretto da Mario Calabresi. Progetto che rimane comunque valido, nella sua intenzione di impostare la versione cartacea della testata secondo un'ottica più vicina a quella del web.
In parallelo, infatti, dovrebbe essere avviato anche un rilancio de www.lastampa.it e la redazione on-line dovrebbe traslocare più vicino al direttore Calabresi. Nel frattempo, però, c'è già stata una riorganizzazione interna dei grafici e in particolare dei giornalisti dell'edizione cartacea, ora suddivisi a seconda delle sezioni di appartenenza tra la redazione hard news (che si occuperà della stringente attualità) e quella delle soft news (maggiormente incentrata su cultura, spettacoli e inchieste di approfondimento).
Sarà la svolta giusta? Incrociamo le dita.
In attesa della firma ministeriale del decreto che aprirà formalmente lo stato di crisi, la Stampa di Torino congela il progetto di aggiornare con un restyling grafico la veste del quotidiano diretto da Mario Calabresi. Progetto che rimane comunque valido, nella sua intenzione di impostare la versione cartacea della testata secondo un'ottica più vicina a quella del web.
In parallelo, infatti, dovrebbe essere avviato anche un rilancio de www.lastampa.it e la redazione on-line dovrebbe traslocare più vicino al direttore Calabresi. Nel frattempo, però, c'è già stata una riorganizzazione interna dei grafici e in particolare dei giornalisti dell'edizione cartacea, ora suddivisi a seconda delle sezioni di appartenenza tra la redazione hard news (che si occuperà della stringente attualità) e quella delle soft news (maggiormente incentrata su cultura, spettacoli e inchieste di approfondimento).
Sarà la svolta giusta? Incrociamo le dita.
NEL NOME DEL CAPITANO
Su La Stampa di oggi Mariella Scirea (persona straordinaria, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente), vedova dell'indimenticabile capitano della Juventus degli anni '80, entra a gamba tesa sulla questione razzismo nel calcio con una bella lettera che ho scelto di postare interamente.
Sabato sera ci sarò anch’io, allo stadio Olimpico. Mi auguro che Juventus-Inter possa essere una partita corretta in campo e piena di buon senso fuori, sugli spalti. Poi, naturalmente, vinca il migliore.
Molto si è scritto attorno ai cori, razzisti e non, che gli ultrà juventini hanno indirizzato a Mario Balotelli. Gaetano era contro ogni tipo di offesa: al colore della pelle, ai morti, alle persone, fossero avversari o mamme di avversari. Ho fiducia nei nostri tifosi, ho fiducia nella volontà di essere superiori agli istinti più bassi e, magari, alle provocazioni più alte. Balotelli, se gioca, andrà considerato un avversario: punto e basta.
Il razzismo è una piaga della società, per combattere la quale le società di calcio hanno bisogno di un dialogo continuo ed efficace con le istituzioni statali. Gli stadi non saranno teatri, ma non devono neppure diventare chiaviche. Una curva che porta il nome di Gaetano Scirea dovrebbe essere doppiamente impegnata a portare avanti una battaglia che, senza demagogia, abbia come obiettivo l’intento collettivo di cancellare i cori trucidi e volgari. Tutti: senza distinzione.
Perché sì, chiamarsi curva Scirea significa un privilegio e una responsabilità. Mio marito aveva una concezione del calcio assolutamente fuori del comune. Lo viveva senza l’isteria che, oggi, sembra diventata parte preponderante e fissa del sistema.
Il 3 settembre sono stati vent’anni dalla scomparsa di Gaetano, e i tifosi continuano a essergli e a essermi molto vicini, nel ricordo e nell’affetto. Ecco: proprio per questo, non vorrei mai chiedermi se valga ancora la pena che la curva porti il suo nome. Fermo restando che l’inciviltà sportiva di molti italiani non nasce negli stadi, ma negli stadi arriva.
Mariella Scirea
Sabato sera ci sarò anch’io, allo stadio Olimpico. Mi auguro che Juventus-Inter possa essere una partita corretta in campo e piena di buon senso fuori, sugli spalti. Poi, naturalmente, vinca il migliore.
Molto si è scritto attorno ai cori, razzisti e non, che gli ultrà juventini hanno indirizzato a Mario Balotelli. Gaetano era contro ogni tipo di offesa: al colore della pelle, ai morti, alle persone, fossero avversari o mamme di avversari. Ho fiducia nei nostri tifosi, ho fiducia nella volontà di essere superiori agli istinti più bassi e, magari, alle provocazioni più alte. Balotelli, se gioca, andrà considerato un avversario: punto e basta.
Il razzismo è una piaga della società, per combattere la quale le società di calcio hanno bisogno di un dialogo continuo ed efficace con le istituzioni statali. Gli stadi non saranno teatri, ma non devono neppure diventare chiaviche. Una curva che porta il nome di Gaetano Scirea dovrebbe essere doppiamente impegnata a portare avanti una battaglia che, senza demagogia, abbia come obiettivo l’intento collettivo di cancellare i cori trucidi e volgari. Tutti: senza distinzione.
Perché sì, chiamarsi curva Scirea significa un privilegio e una responsabilità. Mio marito aveva una concezione del calcio assolutamente fuori del comune. Lo viveva senza l’isteria che, oggi, sembra diventata parte preponderante e fissa del sistema.
Il 3 settembre sono stati vent’anni dalla scomparsa di Gaetano, e i tifosi continuano a essergli e a essermi molto vicini, nel ricordo e nell’affetto. Ecco: proprio per questo, non vorrei mai chiedermi se valga ancora la pena che la curva porti il suo nome. Fermo restando che l’inciviltà sportiva di molti italiani non nasce negli stadi, ma negli stadi arriva.
Mariella Scirea
martedì 1 dicembre 2009
MURI E DURI
Che Marione Calabresi sia particolarmente sensibile (giustamente) a tutte le grandi campagne mondiali l'avevamo già capito. Non poteva quindi mancare, oggi che è il 1° dicembre, un richiamo alla giornata mondiale per la lotta all'Aids (con l'intervento della torinesissima Carla Bruni Sarkozy) e un articolo di Paul McCartney sulla conferenza del clima a Copenaghen. Grande spazio viene dato ai due personaggi e all'argomento, come vuole il Calabresi style.
Tuttavia - non ce ne vogliano la Prima Dama di Francia e il Baronetto - ma oggi a rallegrarci è il ritorno di Gabriele Ferraris in prima pagina, con un pezzo in pieno stile Gabriele Ferraris sui trent'anni di The Wall.
L'incipit:
Tuttavia - non ce ne vogliano la Prima Dama di Francia e il Baronetto - ma oggi a rallegrarci è il ritorno di Gabriele Ferraris in prima pagina, con un pezzo in pieno stile Gabriele Ferraris sui trent'anni di The Wall.
L'incipit:
Trent’anni fa, il 30 novembre 1979, la band inglese dei Pink Floyd pubblicava uno dei suoi dischi meno riusciti.
Gabriele, sei in mito.
Gabriele, sei in mito.
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domenica 29 novembre 2009
C'ERA UNA VOLTA MINZO
A proposito del premio "Best of Stampa 2009" e degli otto momenti più significativi del 2009 del Nostro Quotidiano. Il lettore Gian Paolo Piras mi segnala la mancanza (a suo avviso), tra le opzioni del sondaggio, di
quello che avrei votato di corsa (e credo con me molti altri): l ’uscita di Augusto Minzolini da La Stampa (la considererei giornata di liberazione nazionale, se non fosse che ahimè l’hanno nominato podestà alla Rai).
Gian Paolo conclude suggerendomi di inserire la "dipartita" minzoliniana tra le opzioni. Purtroppo non è più tecnicamente possibile, perché una volta che il sondaggio riceve risposte non è suscettibile di modifiche. Però l'argomento va trattato, perché nel bene o nel male "Minzo" è ormai diventato nel panorama giornalistico italiano un personaggio che indubbiamente stimola discussioni.
Gian Paolo dice che la sua uscita da La Stampa è stato un evento positivo. E' indubbio però che, nonostate Minzo sia da sempre una delle penne più fedeli del premier (se no col cacchio che arrivava al Tg1) c'è a mio avviso da analizzare il Minzolini giornalista di carta stampata (e che ha regalato qualche ghiotto scoop a via Marenco) di ieri e quello degli editoriali sfacciatamente pro Silvio di oggi.
Qual è il vostro giudizio sul Minzolini stampista? Sentite che al quotidiano manca la sua firma o invece è stata un'uscita provvidenziale?
quello che avrei votato di corsa (e credo con me molti altri): l ’uscita di Augusto Minzolini da La Stampa (la considererei giornata di liberazione nazionale, se non fosse che ahimè l’hanno nominato podestà alla Rai).
Gian Paolo conclude suggerendomi di inserire la "dipartita" minzoliniana tra le opzioni. Purtroppo non è più tecnicamente possibile, perché una volta che il sondaggio riceve risposte non è suscettibile di modifiche. Però l'argomento va trattato, perché nel bene o nel male "Minzo" è ormai diventato nel panorama giornalistico italiano un personaggio che indubbiamente stimola discussioni.
Gian Paolo dice che la sua uscita da La Stampa è stato un evento positivo. E' indubbio però che, nonostate Minzo sia da sempre una delle penne più fedeli del premier (se no col cacchio che arrivava al Tg1) c'è a mio avviso da analizzare il Minzolini giornalista di carta stampata (e che ha regalato qualche ghiotto scoop a via Marenco) di ieri e quello degli editoriali sfacciatamente pro Silvio di oggi.
Qual è il vostro giudizio sul Minzolini stampista? Sentite che al quotidiano manca la sua firma o invece è stata un'uscita provvidenziale?
venerdì 27 novembre 2009
ATTRAVERSO LO SPECCHIO
I magazine di Corriere e Repubblica non solo non cessano la pubblicazione come prevedeva incautamente qualche catastrofista, ma rilanciano il prodotto con una nuova veste grafica. E La Stampa? Noi siamo fermi ancora a luglio 2009, all'ingloriosa fine di quello che era stato un esperimento coraggioso ma poi naufragato dopo molti sbandamenti: Specchio.
Calabresi, abbiamo visto, è prodigo di idee e ha voglia di dare una riverniciata al giornale. E allora, perché non mettere allo studio un nuovo settimanale che riesca a far breccia sullo stesso pubblico che compra La Stampa? Un magazine fresco, con reportage dal mondo, cronache dal Belpaese, interviste, rubriche. Come il primo "Specchio" ma ancora più magazine. Con un tocco alla Vanity Fair, magari, che fa tanto cool.
Le firme per realizzare un prodotto che regga la competizione con Sette e Il Venerdì ci sono tutte. Qualche idea buttata lì? I retroscena dal Palazzo svelati da Mattia Feltri. C'è il bravissimo Marco Bardazzi, nuovo nome della scuderia Calabresi, che potrebbe firmare una rubrica dagli Usa (o in alternativa Molinari). Il film della settimana visto da Andrea Scanzi, che siam sicuri si sparerebbe una decina di film al giorno per realizzarla. La playlist suggerita dalla Venegoni. Qualcosa di sport con Beccantini e Ansaldo. Una rubrica di satira di Barenghi sullo stile di quella firmata da Michele Serra sull'Espresso. E in "casa" abbiamo già anche il direttore giusto da mettere alla guida: Marcello Sorgi.
Una costola de La Stampa sì, ma capace di brillare di luce propria.
Alby
Calabresi, abbiamo visto, è prodigo di idee e ha voglia di dare una riverniciata al giornale. E allora, perché non mettere allo studio un nuovo settimanale che riesca a far breccia sullo stesso pubblico che compra La Stampa? Un magazine fresco, con reportage dal mondo, cronache dal Belpaese, interviste, rubriche. Come il primo "Specchio" ma ancora più magazine. Con un tocco alla Vanity Fair, magari, che fa tanto cool.
Le firme per realizzare un prodotto che regga la competizione con Sette e Il Venerdì ci sono tutte. Qualche idea buttata lì? I retroscena dal Palazzo svelati da Mattia Feltri. C'è il bravissimo Marco Bardazzi, nuovo nome della scuderia Calabresi, che potrebbe firmare una rubrica dagli Usa (o in alternativa Molinari). Il film della settimana visto da Andrea Scanzi, che siam sicuri si sparerebbe una decina di film al giorno per realizzarla. La playlist suggerita dalla Venegoni. Qualcosa di sport con Beccantini e Ansaldo. Una rubrica di satira di Barenghi sullo stile di quella firmata da Michele Serra sull'Espresso. E in "casa" abbiamo già anche il direttore giusto da mettere alla guida: Marcello Sorgi.
Una costola de La Stampa sì, ma capace di brillare di luce propria.
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giovedì 26 novembre 2009
SCHIAFFI QUOTIDIANI
Dacci oggi il nostro schiaffo quotidiano. Oggi Dagospia se la prende con la massiccia spedizione di giornalisti inviati da La Stampa alla conferenza dell'avvocato Benessia, capo della Compagnia di San Paolo.
Però, ad addolcire la pillola, si evidenzia anche un elogio ai reportage di Galeazzi e Ruotolo.
Però, ad addolcire la pillola, si evidenzia anche un elogio ai reportage di Galeazzi e Ruotolo.
martedì 24 novembre 2009
PROBABILMENTE
Esiste una sudditanza psicologica dei giornalisti dei confronti dei politici? La questione, sempre attuale, spesso si può nascondere nel più "innocuo" degli articoli. Ne abbiamo un esempio proprio oggi, nell'intervista che Alessandra Pieracci fa al comico Luca Bizzarri riguardo la provocazione del ministro Rotondi sull'abolizione della pausa pranzo.
Nell'articolo apparso sull'edizione cartacea (pag. 25), ad un certo punto si legge la seguente dichiarazione della simpatica "Jena", impegnata nel commentare la presa di posizione del ministro:
(...) "un ministro dovrebbe essere più prudente in un Paese sindacalizzato come il nostro. Comunque i nostri ministri dicono sciocchezzecazzate ben peggiori e riescono a fare dichiarazioni che fanno discutere anche quando si comportano bene" (...)
Sciocchezzecazzate. C'è proprio scritto così.
Scartando l'ipotesi che il Bizzarri si sia inventato un termine nuovo sul momento, l'ipotesi all'origine del refuso non può che essere una. Sotto con la dietrologia, dunque.
Probabilmente, il comico ha usato nella sua risposta alla domanda della Pieracci proprio il termine "cazzate". Probabilmente, la Pieracci l'ha trascritto testuale nell'articolo. Probabilmente, al momento di andare in stampa, al correttore di bozze l'espressione "i nostri politici dicono cazzate ben peggiori" è sembrata troppo forte, probabilmente perché riferito proprio ai nostri governanti (si sa quanto siano permalosi) e ha deciso di sostituirlo col più sobrio "sciocchezze".
Probabilmente, qualcosa è andato storto e alla fine sono rimasti entrambi i termini.
Probabilmente è andata così.
Probabilmente.
Nell'articolo apparso sull'edizione cartacea (pag. 25), ad un certo punto si legge la seguente dichiarazione della simpatica "Jena", impegnata nel commentare la presa di posizione del ministro:
(...) "un ministro dovrebbe essere più prudente in un Paese sindacalizzato come il nostro. Comunque i nostri ministri dicono sciocchezzecazzate ben peggiori e riescono a fare dichiarazioni che fanno discutere anche quando si comportano bene" (...)
Sciocchezzecazzate. C'è proprio scritto così.
Scartando l'ipotesi che il Bizzarri si sia inventato un termine nuovo sul momento, l'ipotesi all'origine del refuso non può che essere una. Sotto con la dietrologia, dunque.
Probabilmente, il comico ha usato nella sua risposta alla domanda della Pieracci proprio il termine "cazzate". Probabilmente, la Pieracci l'ha trascritto testuale nell'articolo. Probabilmente, al momento di andare in stampa, al correttore di bozze l'espressione "i nostri politici dicono cazzate ben peggiori" è sembrata troppo forte, probabilmente perché riferito proprio ai nostri governanti (si sa quanto siano permalosi) e ha deciso di sostituirlo col più sobrio "sciocchezze".
Probabilmente, qualcosa è andato storto e alla fine sono rimasti entrambi i termini.
Probabilmente è andata così.
Probabilmente.
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Luca Bizzarri
GRAZIE LUCIANA
"Stampiste" in primo piano. Simpatico botta e risposta tra due grandi donne dello spettacolo nostrano, accomunate dal fatto di essere entrambe firme del Nostro Quotidiano. Oggi Mina (la sua rubrica domenicale è ormai un classico della domenica de La Stampa) si è impossessata dello spazio del Buongiorno gramelliniano per lodare la performance della Littizzetto (tenutaria di uno spazio comico su Torinosette) al'interno della trasmissione di Fazio, nella quale la comica torinese si divertiva a sfottere lo spot della Barilla "interpretato" dalla Tigre di Cremona.
Dell'articolo di Mina si parla (con video annesso) anche su TvBlog.
Dell'articolo di Mina si parla (con video annesso) anche su TvBlog.
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BEST OF STAMPA 2009
La fine del 2009 si avvicina e per Visto si Stampa è già tempo di... premi. Dopo un'attenta analisi di tutte edizioni del Nostro Quotidiano dal 2 gennaio a quella di oggi, ho scelto quelli che a mio (discutibilissimo, per carità) giudizio sono gli otto momenti più significativi dell'anno de la Stampa. Perdonatemi evenuali assenze, ma bisognava pur arrivare ad una scrematura finale (a tal proposito, ogni critica nei commenti sarà giustamente tollerata).
A voi, assidui Stampisti e ospiti, la scelta su quello che ritenete il momento più significativo di quest'anno, così difficile, per il giornale. Il primo classificato (c'è tempo per votare fino a Natale) si aggiudica il premio "Best of Stampa 2009".
Come potete vedere, ho pescato anche nel serbatoio del "meglio dimenticare" (c'è la clamorosa svista della pagina falsa dell'Avvenire che ha scatenato un incidente diplomatico), a testimonianza che la vita di un giornale è composta da lavori brillanti ma anche da errori. Anche il giornalista, checché ne pensa Silvio, è un essere umano.
Piccolo rewind per rinfrescare la memoria.
Il 22 aprile il nuovo direttore Mario Calabresi firma il primo editoriale da direttore. Subentra a Giulio Anselmi;
Il 4 maggio Calabresi intervista, con Ferruccio De Bortoli, Silvio Berlusconi sui teroscena del divorzio con Veronica Lario: titolo in apertura, "Mi dispiace per i miei figli, ma stavolta è finita";
Sempre Calabresi intervista in esclusiva il Presidente della Repubblica Napolitano il 7 maggio, sull ragioni dell'invito alla vedova Pinelli al Quirinale;
Il 5 luglio esce il primo speciale de La Stampa, incentrato sull'Africa. Bob Geldof è direttore del giornale per un giorno;
Il 20 agosto una falsa copertina di Avvenire, apparsa all'interno del giornale, recante un'ammonizione del Papa a Berlusconi, diventa un caso: qualcuno arriva a dire che non si è trattato di una svista;
Il 14 settembre è la volta del secondo speciale: "La crisi, un anno dopo";
Barack Obama è il protagonista del terzo focus del Nostro Quotidiano il 1° novembre;
Sempre nel mese di novembre, La Stampa festeggia i primi dieci anni del Buongiorno di Gramellini.
Buona votazione a tutti!
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lunedì 23 novembre 2009
LIKE A ROLLING STONE
Per la serie: esiste ancora qualcosa in grado di stupirci? Personalmente, dico di no. E comunque: la rivista Rolling Stone ha incoronato Berlusconi nientemeno che rockstar dell'anno. Il nostro Silvio ormai non ha davvero più confini.
Attendiamo con trepidazione il Buongiorno di domani del nostro SandoGram:vai Massimo.
Attendiamo con trepidazione il Buongiorno di domani del nostro SandoGram:vai Massimo.
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VIST CHE BRAV 3
Torna il premio Vist che brav (non ce lo eravamo dimenticati!) e questa settimana se lo porta a casa una delle nostre firme preferite, Mattia Feltri, grazie all'articolo pubblicato ieri sull'ormai famigerato "guazzabuglio lessicale" (declinarlo al maschile o al femminile?) legato al termine "trans". Questione più che mai di moda, e affrontata anche nel nostro blog qualche post fa.
Anche il blogger Gabriele Zamparini tratta dell'articolo di Feltri nel suo spazio web.
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Vist che brav
sabato 21 novembre 2009
TORINO ERROR FEST
Torna la nostra assidua Stampista Maria Cristina (ormai da considerare a tutti gli effetti collaboratrice ufficiale del blog, e ne siamo contenti) per segnalare un'altra magagna legata alle pagine dl Nostro Quotidiano sul TFF.
Mi duole tornare sull'argomento. Ancora imprecisioni negli articoli che riguardano il TFF. Oggi l'intervista on line di Tiziana Platzer a Gianni Amelio.
La sera della presentazione del film la Nana ero presente e c'era anche il distributore italiano che l'ha coraggiosamente acquistato. Si parla sempre del poco coraggio che hanno questi signori e poi, quando ne appare uno bravo e intraprendente gli si storpia il nome della "ditta" : BOLERO, non Baleno. Uffa!
Dopo Liettona nostra, è il turno quindi della Platzer, già beccata in fragrante da Pazzo per Repubblica in settimana.
Signore mie, a Torino ci hanno già scippato l'impossibile, più attenzione al TFF per tenercelo stretto, please!
Mi duole tornare sull'argomento. Ancora imprecisioni negli articoli che riguardano il TFF. Oggi l'intervista on line di Tiziana Platzer a Gianni Amelio.
La sera della presentazione del film la Nana ero presente e c'era anche il distributore italiano che l'ha coraggiosamente acquistato. Si parla sempre del poco coraggio che hanno questi signori e poi, quando ne appare uno bravo e intraprendente gli si storpia il nome della "ditta" : BOLERO, non Baleno. Uffa!
Dopo Liettona nostra, è il turno quindi della Platzer, già beccata in fragrante da Pazzo per Repubblica in settimana.
Signore mie, a Torino ci hanno già scippato l'impossibile, più attenzione al TFF per tenercelo stretto, please!
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Torino Film Festival
venerdì 20 novembre 2009
SPY TRANS STORY
mercoledì 18 novembre 2009
PAPERE E VOLPI
Riceviamo e pubblichiamo:
Sto seguendo da vicino il TFF 27. Ho visto l'altra sera il film Fantastic Mr Fox.
Lietta Tornabuoni (che peraltro Pazzo Per Repubblica ci invidia poichè a loro manca un critico cinematografico degno, e hanno ragione), dico, appunto LT, nella sua recensione (letta on line) prende il nipote (maschio) di Mr Fox per la figlia, che non esiste (Mr Fox ha un unico figlio maschio).
Tra l'altro il personaggio (nipote) che si chiama Kristofferson (non un nome qualunque e tantomeno bisex) ha una parte centrale nel film. Mi sovviene il dubbio (quasi una certezza) che la signora Tornabuoni non abbia visto il film. Non è una cosa importante, per carità, non ci sono secondi fini nè manipolazioni della notizia come siamo ormai abituati a vedere nella sciatta e imprecisa informazione casereccia.
Però che uno dei maggiori quotidiani nazionali, nella persona di una delle sue firme più note, decana dei critici cinematografici, su un film di punta di in festival importante - seppur di nicchia - come il TFF, prenda cantonate di questo tipo lo trovo avvilente. Scorretto nei confronti dei lettori che hanno diritto al rispetto di chi scrive per loro e li informa. Leggendo macroscopiche sciocchezze di questo tipo è difficile sentirsi rispettati.... per tralasciare la stessa stessa sensazione su argomenti ben più importanti! Se tanto mi dà tanto (come diceva mia nonna).
Grazie per il vostro lavoro e grazie anticipatamente se vorrete far pervenire le mie perplessità alla signora Tornabuoni che gode della mia immutata stima anche se talvolta non concordo con le sue posizioni critiche.
Maria Cristina
Cara Maria Cristina, innanzitutto permettimi di dire che anche i migliori sbagliano e a Liettona nostra una svista si può concedere. In ogni caso, per ovviare ai tuoi dubbi l'unica cosa che Visto può fare, non avendo accesso diretto ai corridoi della redazione del Nostro Quotidiano, è rivolgrsi alla diretta interessata ricorrendo al solito, immancabile grido:
Lietta, scrivici!
Sto seguendo da vicino il TFF 27. Ho visto l'altra sera il film Fantastic Mr Fox.
Lietta Tornabuoni (che peraltro Pazzo Per Repubblica ci invidia poichè a loro manca un critico cinematografico degno, e hanno ragione), dico, appunto LT, nella sua recensione (letta on line) prende il nipote (maschio) di Mr Fox per la figlia, che non esiste (Mr Fox ha un unico figlio maschio).
Tra l'altro il personaggio (nipote) che si chiama Kristofferson (non un nome qualunque e tantomeno bisex) ha una parte centrale nel film. Mi sovviene il dubbio (quasi una certezza) che la signora Tornabuoni non abbia visto il film. Non è una cosa importante, per carità, non ci sono secondi fini nè manipolazioni della notizia come siamo ormai abituati a vedere nella sciatta e imprecisa informazione casereccia.
Però che uno dei maggiori quotidiani nazionali, nella persona di una delle sue firme più note, decana dei critici cinematografici, su un film di punta di in festival importante - seppur di nicchia - come il TFF, prenda cantonate di questo tipo lo trovo avvilente. Scorretto nei confronti dei lettori che hanno diritto al rispetto di chi scrive per loro e li informa. Leggendo macroscopiche sciocchezze di questo tipo è difficile sentirsi rispettati.... per tralasciare la stessa stessa sensazione su argomenti ben più importanti! Se tanto mi dà tanto (come diceva mia nonna).
Grazie per il vostro lavoro e grazie anticipatamente se vorrete far pervenire le mie perplessità alla signora Tornabuoni che gode della mia immutata stima anche se talvolta non concordo con le sue posizioni critiche.
Maria Cristina
Cara Maria Cristina, innanzitutto permettimi di dire che anche i migliori sbagliano e a Liettona nostra una svista si può concedere. In ogni caso, per ovviare ai tuoi dubbi l'unica cosa che Visto può fare, non avendo accesso diretto ai corridoi della redazione del Nostro Quotidiano, è rivolgrsi alla diretta interessata ricorrendo al solito, immancabile grido:
Lietta, scrivici!
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Una volpe troppo furba
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