IL BLOG DEI FANATICI DE

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Non abbiamo le 10 domande al premier e non abbiamo la rubrica di Alberoni. Ma siamo il quarto quotidiano italiano, che diamine!

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venerdì 30 ottobre 2009

A CHE TITOLO

Decisamente, oggi la redazione di Visto è più cattiva del solito e si scaglia ancora con la prima pagina di oggi del Nostro Quotidiano. Riceviamo un commento di Bilbo82 e pubblichiamo.

Leggo la prima pagina de La Stampa di oggi e rimango di sasso. Titolo enorme: BERLUSCONI, LA RIPRESA C'E'. Sopra il titolo, però, Bankitalia annuncia la perdita di 650mila posti. Sotto il titolo, Draghi dice: prudenza. Nell'editoriale a fianco, Deaglio ci informa che il pil è caduto indietro di 10 anni e la produzione italiana al livello di addirittura vent'anni fa. D'v'è l'errore? Non c'è, evidentemente.
Ma naturalmente tutto passa in secondo piano perché a dominare la pagina è quell'annuncio trionfante, LA RIPRESA C'E'. E' quello che salta all'occhio e si stampa nella mente del lettore. Il problema è che non è un dato di fatto, è un'opinione. Mettere in risalto l'opinione di un politico che notoriamente stona sempre con i dati oggettivi è giornalisticamente sbagliato. Perché allora siamo liberi da domani di intitolare TIZIO DICE: IL SOLE E' QUADRATO.
Vogliamo i dati, i fatti, la realtà. Il politico è bugiardo per sua stessa natura. Meditate, direttori di giornale, meditate. Bilbo '82

BABY BOH

Confesso di essere un po' dubbioso sul grande spazio dato in prima pagina oggi dal Nostro Quotidiano sulla scoperta dell'Università di Stanford ("Non più necessari uomo e donna per fare bambini"). Intanto perché alzi la mano chi, dopo anni di annunci veri o presunti di rivelazioni e manipolazioni genetiche, si è stupito di fronte ad un annuncio simile (qualcuno ha commentato: "Ma perché, non era già possibile"?).

Se è davvero così, sarà molto più dura per i genitori spiegare come nascono i bambini ("Sai, tesoro, la cicogna ci portò la provetta, poi la fatina congelò i tuoi ovuli...").
Personalmente, avrei dato moooolto più spazio alle cinque morti dell'influenza A (come del resto ha fatto Repubblica).

Ci salverà la pecora Dolly?

giovedì 29 ottobre 2009

MI CONSENTA

Se non è record, poco ci manca. Date un'occhiata alla rubrica delle lettere di oggi: il presidente della Sicilia Lombardo se la prende con Gramellini per il Buongiorno di ieri (pur non smentendo le parole attribuitegli), un rappresentante dell'ufficio stampa di Scientology ha delle obiezioni sul pezzo di Domenico Quirico riguardante il movimento religioso (occhio a pronunciare la parola setta), il signor Flavio Rossi risponde al signor Ferruccio Guerrieri sull'argomento dell'Iva.

Ufficio reclami cercasi.

mercoledì 28 ottobre 2009

GENERAZIONE 13 EURO

Ancora sul delicato tema della professione del giornalista. Su segnalazione di un lettore ripeschiamo dal blog di Pablo Trincia (ormai entrato a pieno merito nella squadra delle "Iene" su Italia 1) sul sito de La Stampa un post davvero interessante perché scritto da uno "di dentro". L'articolo ha la data del 9 aprile e ha avuto commenti molto forti.

L'altro giorno mi sono sentito al telefono con Maria, 30 anni, un'amica-collega giornalista. Si parla del più e del meno - come stai, che combini, ecc. ecc. - e inevitabilmente si finisce a parlare di lavoro. Anche lei, suo malgrado, è freelance, e anche lei fa fatica a mettere insieme la colazione con il pranzo (la cena ormai è solo un miraggio).

(breve curriculum vitae di Maria: giornalista professionista, laurea a pieni voti in storia contemporanea, master in giornalismo, alcuni stage in giornali stranieri, ottima conoscenza di inglese e francese). A un certo punto, la conversazione fa più o meno così:
Io - "Beh, con chi stai collaborando?"
Lei - "Con una testata nazionale, *******"
Io - "Ah, bene!"
Lei - "No, mica tanto, la paga è da schifo!"
Io - "In che senso? Quanto ti pagano ad articolo?"
Lei - "No, guarda, mi vergogno a dirtelo.."Io - "Ma figurati! Quanto ti daranno, 50 euro a pezzo?"
Lei - "Eeeehh???? Magaaaari!!Io - "Oh Gesù.....30?"
Lei - "Ma scherzi? Mi pagano esattamente 13 euro ad articolo. Netti, per fortuna"

13 EURO AD ARTICOLO. Roba dell'altro mondo. Nemmeno i pezzi della cronaca locale della valle di Kathmandu vengono pagati così poco. E a chi? A una persona che ha studiato, collaborato con più giornali, girato il mondo. Certo, si dirà, nessuno ti obbliga a scrivere pezzi a 13 euro (ecco che pezzo scriverei io al posto suo, se fossi pagato quella cifra: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ Fanno 13 euro, grazie.) Ma a volte la frustrazione prende il sopravvento.

Un giornalista che non scrive è come un panettiere senza forno, un tassista senza macchina, un pescatore senza reti: si sente inutile, fragile e depresso. E si aggrappa anche all'articoletto settimanale pagato uno schifo. Spero che quel giornale almeno abbia il coraggio di dichiararlo ai propri lettori, magari con un appunto in fondo al pezzo. "Gentili signori, questo articolo ci è costato solo 13 euro, perché è questo il valore che diamo al lavoro dei nostri collaboratori, non importa quanto qualificati". Chissà quanta gente lo comprerebbe, il giorno dopo. Io, no di certo.

Di storie come queste ne sento ogni giorno. Amici che collaborano da paesi lontani con importanti testate nazionali, che si vedono all'improvviso ridotto il già esiguo compenso senza alcuna spiegazione. O che smettono direttamente di ricevere telefonate dal caporedattore di turno. Ok, c'è la crisi. Ma questo è un problema più vecchio della crisi. E dunque, se siete lettori di uno o più giornali:Sapevate che molte delle riviste che acquistate in edicola sono "fatte" da giornalisti freelance? Sapevate che quel bell'articolo che avete appena letto è costato lunghi giorni di lavoro, ricerca e spese di varia natura, e che chi l'ha scritto verrà pagato appena 200 0 300 euro (o 13, come la nostra Maria)?

Sapevate che 9 volte su 10 gli articoli di un singolo collaboratore vengono retribuiti allo stesso modo, che vengano scritti da casa o dalle giungle del Bengala? O che l'articolo tratti di Al Qaeda o di Paris Hilton? Sapevate che - proprio per questo motivo - molti di noi hanno cominciato a domandarsi se non sia più conveniente raccontare il mondo stando seduti comodi sul divano (orrore!!!), invece di andare 4-5 giorni chissà in quale posto sperduto, perché questo non dà più alcun valore aggiunto, anzi, toglie tempo e soldi al compenso finale?
E infine: Sapevate che il valore dell'informazione, uno degli elementi su cui si basa la società di oggi, precipita giorno dopo giorno?

Dopo aver pubblicato questo post, ricevo il messaggio di un'altra collega, Maria Francesca: "Esco (o forse ci sono ancora dentro, visto che un'alternativa è praticamente inesistente) da sette anni di collaborazione con una testata provinciale prima e regionale dopo: entrambe pagano i pezzi 4 centesimi a riga pubblicata. Totale a pezzo: da 1 a 2 euro, a seconda di come il redattore illuminato lo sistema in pagina. Il fattore qualità, che l'articolo sia stato o no scritto coi piedi, viene assolutamente ignorato. Sono una giornalista pubblicista laureata in lettere col massimo dei voti. Questo è il giornalismo in Calabria."

GRAMELLON DE' GRAMELLONI

Ormai il nostro SandoGram non ha più confini. Dal salotto di Fazio la sua fama si è estesa nientemeno che al mondo del fumetto. Il vicedirettore de La Stampa è stato intervistato dal conduttore di Radiodue Federico Taddia, in occasione del Festivaletteratura di Mantova. L'intervista è stata trasformata in fumetto dal bravissimo Donald Soffritti (uno che con un nome così non poteva che dedicare la sua vita ai personaggi Disney) ed è pubblicata sul "Topolino" in edicola questa settimana.

Potete scaricarla a questo link: http://www.lastampa.it/_web/tmplframe/default.asp?indirizzo=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/fumetti-e-cartoons/pdf/Topolino.pdf

Immagini: Disney

GIOVENTU' BRUCIATA

Anche il Nostro Quotidiano è caduto nella trappola dello "Sindrome di Studio Aperto"? Il riprovevole fattaccio dello Steiner (alcuni studenti avevano marchiato a fuoco un loro coeratneo) ha risvegliato di brutto il mai sopito filone bullismo, che fa tanto Tg di Italia 1. Da allora, da parecchi giorni le pagine della cronaca torinese si occupano delle solite malefatte di qualche teenager annoiato. Un paio di giorni fa un'immagine del filmato dei ragazzini che sparavano pallini sui passanti troneggiava al fondo della prima pagina del giornale.

Il problema, ragazzi, è che ne succedono ogni giorno, ahinoi.

martedì 27 ottobre 2009

TRAINS WARS


Nuova puntata della saga La Stampa vs Ferrovie dello Stato (che a dirla tutta è un po' come sparare sulla croce rossa). Dopo i forum-botta-risposta dei giorni scorsi, oggi ci si mette di mezzo pure Sandro Cappelletto che per un attimo abbandona Bach e racconta la sua disavventura su un Intercity Torino-Roma (credici, Sandro, c'è chi ne ha vissute di ben peggiori).

Che in via Marenco qualche giornalista pendolare sia rimasto scottato da qualche inefficienza di troppo delle Fs?

lunedì 26 ottobre 2009

IO, PIER E LUIGI

Prima di rimboccarsi le maniche e annunciare i dettagli del suo programma politico che (almeno nelle intenzioni) dovrà mandare in pensione Silvio, il neo segretario del Pd farà bene a chiarire una volta per tutte il particolare che più sta a cuore all'elettorato democratico. Come si scrive il suo nome, Pierluigi o Pier Luigi?
Sono dubbi amletici, eh.

Scorrendo gli organi d'informazione, dal cartaceo al web, si scopre che regna l'anarchia più assoluta.
Il Nostro Quotidiano nella versione in edicola opta per i due nomi staccati. Sul sito web, però, compare la versione "compatta". Sul sito di Repubblica troneggia la versione "Pierluigi", mentre la scelta di Maria Teresa Meli nel suo pezzo apparso sul Corriere della Sera è "Pier Luigi". Come sempre, si distingue Il Giornale. Nell'articolo di Alberto Taliani, il nome del nuovo leader del Pd compare in tutte e due le versioni, a poca distanza l'una dall'altra, nelle prime righe.
Va detto che sul sito del politico, il nome compare "staccato", anche se nella testatina su Google che rimanda al sito c'è la versione compatta.

Il mistero, pertanto, rimane. Solo una persona al mondo può sciogliere il nodo.
Bersani, scrivici!

DONDONI LIBERO

Quanto piace a noi Stampisti la contaminazione tra televisione e le firme del Nostro Quotidiano. A tale proposito, uno dei portabandiera del movimento "I Volti de La Stampa svelati ai telespettatori" è certamente Luca Dondoni. Il nostro critico musicale è stato protagonista nella puntata del sabato di "Processo a X Factor", come riportato da Tvblog:

Nella puntata di ieri del Processo a X Factor è accaduto un episodio degno di nota. Il programma ha iniziato a dar voce ai giornalisti, oltre che agli speaker radiofonici, invitandoli a votare i cantanti ancora in gara per formare delle pagelle d’autore. A distinguersi nel parterre di grandi firme Luca Dondoni de La Stampa, che effettivamente i più ricorderanno come opinionista-commissario esterno di Amici. Già in altre occasioni il gradimento di Dondoni verso X Factor è apparso piuttosto appannato, ma nei giudizi espressi ieri c’era qualcosa di oltremodo sospetto.

A causa di questo atteggiamento, Luca è stato attaccato da Morgan (criticato dal Nostro in qualche precedente recensione) e da Antonella Elia (avessimo detto Oprah Winfrey). Come se non bastasse, ci si è pure messo di mezzo Francesco Facchinetti: "Dondoni, non è che lavori per Amici"?

Da tutto questo non si può ricavare che una sola riflessione. L'effimero mondo dei talent show non è posto per i veri esperti musicali. Luca, molla l'ingrata Rai, sei un incompreso. Dalla redazione di Visto si Stampa si eleva un solo grido: Dondoni libero!

Qui di seguito il link per accedere all'articolo completo su Tvblog: http://www.tvblog.it/post/16351/luca-dondoni-ancora-contro-x-factor-da-4-a-marco-e-chiara-facchinetti-ma-lavori-per-amici#continua

VIST CHE BRAV 2


Nella settimana che ha condotto alle Primarie vinte da Pierluigi Bersani, il premio "Vist che brav" per il miglior pezzo della settimana non poteva che andare a Luca Ricolfi e al suo dettagliato questionario rivolto ai tre candidati alla segreteria Pd. Un lavoro particolarmente "sudato", come lui stesso ci ha rivelato nel fondo di accompagnamento, e che crediamo abbia aiutato non poco molti elettori del Pd a fare chiarezza sulle posizioni di Bersani, Franceschini e Marino.

I nostri più sinceri complimenti al professore, uno degli analisti economici più brillanti del panorama nazionale, nonché osservatore sempre scrupoloso sull'attività dei nostri amati politici.

A proposito: cosa aspettano le forze di Governo (non importa di che colore) a farlo ministro dell'Economia?

venerdì 23 ottobre 2009

SOGNI SPEZZATI

Riceviamo e pubblichiamo.

In qualche post, qualcuno chiedeva se per entrare a lavorare in un giornale servono le raccomandazioni. Rispondo io: sì, oggi, negli anni 2000, servono. O meglio, servono le conoscenze. Qualcuno che lavori già nell'ambiente. Avere un nome importante, un parente o un amico che sappia indirizzarti nei canali giusti. Ci vuole anche questo, per carità. Ma a parità di curriculum, tra due persone che aspirano ad entrare in una redazione come aspiranti giornalisti, tra una normale e una "più normale", verrà sempre scelta la persona con il "calcio in c...o".

Ho 37 anni. Sì, non sono più di primo pelo. Scrivere su un quotidiano è sempre stato il mio sogno. Mi son laureata in Lettere, 101/110. Ho frequentato una scuola di giornalismo. Corsi di scrittura creativa e esperienze in ufficio stampa. Ho collaborato con periodici locali, free press, cataloghi per musei, tutto quello su cui è possibile scrivere.

Ho fatto stage su stage nelle redazioni web. Mi son specializzata in web designer e grafica. Parlo e scrivo correttemente in inglese e francese. Nei curriculum segnalo che sono disposta a trasferirmi in qualunque posto. Ho bussato a più porte io che un venditore di aspirapolveri.

Tutto questo non è servito. Ho visto passarmi davanti persone solo perché "conoscevano", avevano il "cognome". Non serve a niente, a niente "avere il fuoco dentro". Balle. Io il fuoco ce l'ho sempre avuto e ho fatto cose impensabili, ho lavorato a orari impossibili, stimolato dall'unico pensiero possibile: "un giorno, tutto questo avrà un senso e coronerò il mio sogno".

Oggi lavoro part time in una biblioteca. Contratto a progetto. Ho un fidanzato, ma non posso nemmeno pensare di sposarmi o farmi una famiglia. Mi ritengo già fortunata, per carità. Non lavoro in miniera. Ma mi domando a che cosa sono serviti tutti questi sacrifici. Risposta: a niente.

Quindi mi rivolgo ai giovani senza cognome o raccomandazioni che sognano di approdare a Stampa, Repubblica, Corriere, Il Giornale e via dicendo: non perdete il vostro tempo.

Credetemi, non avrete rimpianti.



Elena

ONE HOUR PHOTO

Ma chi sceglie le foto da affiancare agli articoli a La Stampa? Non avendo informazioni in proposito, ci rivolgiamo al photoeditor Mauro Vallinotto, che magari ci offrirà qualche delucidazione. (Mauro, scrivici!).
A lui indirizziamo una tiratina d'orecchie e un complimento.

Tiratina d'orecchie per la foto degli studenti universitari pubblicata a pag. 12-13, ad accompagnare il pezzo di Flavia Amabile sui "tornelli" per i professori. Mauro, quella foto l'abbiamo già vista un sacco di altre volte, è l'unica in archivio da poter inserire negli articoli sulla scuola? Va bene risparmiare, ma possibile che non esista uno straccio di fotografo che parta un mattino a fare due scatti a qualche matricola meno svogliata di quelle immortalate lì?
Un complimento, invece, per la scelta della foto di Bruno Vespa alle prese con lo stop all'aumento di stipendio. Il Vespone cupo con in mano... un abaco! Perfidamente geniale.

DAI RENATO

Visto si Stampa esprime la sua solidarietà a Renato Ambiel, autore di un'inchiesta sulla corruzione di alcuni assessori a Novara. Come riportato dall'edizione di oggi, la Digos ha perquisito la redazione novarese del Nostro Quotidiano, nonché l'auto e l'abitazione del giornalista, arrivando a sequestrargli computer e cellulare.

Il blog si unisce allo sdegno del Cdr de La Stampa.

giovedì 22 ottobre 2009

PER FORTUNA CHE C'E' IL RICCARDO


"Sul posto fisso siamo al ritorno dell'ancien régime".
Ormai c'è solo più un giornalista in Italia che cerca per un'intervista Bertinotti (ebbene sì, esiste ancora!): il nostro sinistrologo Riccardo Barenghi (vedi pagina 5). Meno male che Jena c'è. Sulle risposte date dal vecchio comandante Fausto, invece, segnalo un piccolo record. Dopo appena dieci righe, due casintegrati che discutevano sul bus lo volevano già mandare a stendere.

mercoledì 21 ottobre 2009

IL MIO NOME E' NESSUNO (?)

Ormai è diventato un piacevole appuntamento quotidiano, e ci offre una brillante analisi dei retroscena politici con linguaggio semplice e diretto. Parliamo del "Taccuino" di Marcello Sorgi, la cui frequenza ormai l'ha consacrato (a meno di prossime interruzioni) a vera e propria "rubrica" nelle pagine degli interni. Dal mio punto di vista, però, il nome della rubrica è troppo semplicistico. Quel "taccuino" sa di definizione messa così, all'ultimo, perché non venivano altre idee. Peccato. Uno spazio del genere meriterebbe, a parer mio, un altro titolo. D'altronde, non è lo stesso Sorgi che battezzò con felice intuizione il mitico "Buongiorno" di Gramellini?

Qualche modestissima proposta?

-Dentro il Palazzo.
-Backstage.
-Dietro le quinte.

-Nota politica.
-Valzer. (non so perché, mi suonava bene).
-La postilla.
-Linea diretta.
-Sorgi Quotidiani.
-Pensieri.
-A mezzo stampa.
-Osservatorio.
-Poltrone.

-Nomi e cognomi.

Si accettano suggerimenti. Chissà che nei prossimi giorni, non vedremo il titolo cambiare...

GO WEST

Maria Corbi è a Tashkent (alzi la mano chi saprebbe indicarla sulla cartina geografica) per seguire il concerto di Sting alla corte del presidente Gulnara, quando nella vicina Russia sta per svolgersi il misterioso vertice tra Silvio e Putin, che l'Italia intera vorrebbe conoscere nei dettagli (soprattutto mondani). Il berluscologo Ugo Magri avrà preso il volo per San Pietroburgo oggi con il premier? O sarà proprio la Corbi che prima di far ritorno a Roma si sguinzaglierà sulle tracce di quei discolacci? Più appassionante di una spy-story. Maria, scrivici!

WWW.NONMIMANCHITU

Fresco del primo riconoscimento "Vist che brav", Alberto Mattioli ci ha preso gusto e punta deciso a fare il bis a fine settimana. Il suo pezzo su come di può vivere meglio senza il digitale è già un piccolo cult: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6521&ID_sezione=&sezione=

Da venerdi 9 ottobre vivo senza televisione. E non solo sopravvivo, ma sto benissimo. Dovrei mentire e scrivere che soffro martire dell'esperimento sadico di restare senza tivù nel 2010? Beh, no.

Il commento offre un interessante spunto di discussione. Che ne pensate? Davvero la professione del giornalista, uno che delle notizie e del "bombardamento mediatico" dovrebbe farne il suo immancabile pane quotidiano, può vivere senza televisione?

martedì 20 ottobre 2009

LA RAI CHE NON VEDRAI

E' ufficiale: Paolo Festuccia tifa Rupert Murdoch. Non bastava l'offensiva contro Sanremo lo scorso febbraio, oggi infierisce ancora sulla povera Rai con l'annuncio della prossima digital key di Sky. E così, dalle grotte dell'Afghanistan dove scrive per sfuggire alla furia dei figli e dei parenti della Guardia Forestale, "vittima" del suo ultimo reportage, adesso si deve pure guardare dai predoni baffuti sguinzagliati sulle sue tracce dal dg Mauro Masi.

UPDATE.
riceviamo e pubblichiamo:

Dalle grotte dell'Afghanistan ti saluto e ti ringrazio per l'attenzione che dedichi al quotidiano La Stampa. A presto
Paolo Festuccia


Grazie a te, Paolo, e buon lavoro.

FINO IN RUSSIA CON AMORE

Non ditelo a Silvio sennò scoppia una bufera. Il pezzo del berluscologo Ugo Magri sul vertice (?) a casa di Putin relegato a pag. 26 anziché nelle pagine dedicate agli Interni! (a proposito, grande Jena: "Non voglio sapere cosa succederà lì dentro").

Ma a ben guardare, la scelta è saggia. Pensate che nella tre giorni russa Silvio e Wlady parleranno di politica?

lunedì 19 ottobre 2009

CHE CALZA CHE FA VOLUME 2


Tutti pazzi per i calzini turchesi del giudice Mesiano. La provocazione del nostro SandoGram da Fazio ha già avuto numerosi tentativi di imitazione. Prima la Annunziata nel suo programma su RaiTre (come ci segnala il nostro progenitore Pazzo per Repubblica), e come se non bastasse pure Franceschini, che non sa più che stravaganza inventarsi per guadagnarsi il quotidiano titolo sui giornali del mattino.

Gram, fatti pagare i diritti d'autore!

sabato 17 ottobre 2009

CHE CALZA CHE FA

Nella consueta ospitata da Fazio, il nostro SandoGram si supera. Parlando del caso Mesiano, il giudice pedinato dalle telecamere di Canale 5, il Nostro sfoggia in studio un paio di calzini turchesi (scelta tanto bistrattata dall'allegra troupe Mediaset, che visti indossati dal pm li ha giudicati "stravaganti") e ne regala un paio al conduttore.

Una gag che vale più di mille editoriali di tanti quotidiani.

Niente da dire. Massimo, sei un Grande.

RESISTERE RESISTERE RESISTERE

Borsino delle vendite di settembre dei quotidiani. Si segnala il boom del Giornale: la cura Feltri funziona egregiamente.
La Stampa resiste.

Corriere della Sera (+1%) 532.842 copie
Repubblica (+6%) 517.309
Il Sole 24 ore (-18,7%) 265.582
Il Giornale (+22,3%) 220.117
Gazzetta dello Sport (-8,4%) 377.256
La Stampa 300.200 (-0,3%)
Libero (-3,8%) 121.255

Fonte: Fieg

PROFESSIONE REPORTER


Ci scrive Alby, aspirante giornalista.

Mi spaventano i commenti che ho letto negli ultimi post riguardanti il futuro della Stampa... io ho 23 anni, a luglio mi laureo in scienze politiche e il mio sogno è fare il giornalista, da sempre. Collaboro già con qualche giornale locale.

Ma da torinese, mi piacerebbe poter lavorare ne La Stampa. Quali sono i primi passi da fare in proposito? Serve davvero una raccomandazione? Chi sono le persone da contattare? E' possibile frequentare uno stage, anche gratuito, nella redazione?

Alby


Caro Alby, purtroppo per i giovani è sempre più arduo poter iniziare a lavorare in un quotidiano. Sull'argomento chiesi dei lumi un paio di anni fa ad una prestigiosa firma de La Stampa. Questa la sua risposta:

La realtà è che per i prossimi 4-5 anni nei giornali non si assumerà nessuno e che quanto alle collaborazioni, persino gratuite, ci sono decine di ragazzi fuori dalla porta, soprattutto fra coloro che hanno seguito i corsi postlaurea di giornalismo, ottenendo la possibilità di venire a fare degli stages estivi in redazione.

Che fare? Intanto sapere che il giornalismo, per il 90%, è titolare gli articoli degli altri, leggere le agenzie di stampa, cercare le fotografie da mettere in pagina. Un lavoro anonimo. Solo una minoranza scrive e solo una minoranza della minoranza va in giro a fare l’inviato.

L’unico settore, in prospettiva, che offrirà qualche chance ai giovani è internet. I quotidiani di carta vanno verso una inesorabile riduzione degli organici e delle pagine.

Il mio consiglio? Bazzicare le redazioni delle piccole riviste o dei giornali locali, dove qualche spazio, qua e là, si presenta ancora. E poi mettere un tuo blog su internet, in modo da avere un riscontro immediato di lettori, oltre che una palestra per esprimerti e farti notare.


Ciò nonostante, il commento aveva come postilla di conclusione un invito a non mollare.
Come vedi la situazione (ma non ci voleva certamente la palla di vetro per immaginarla) non è delle più rosee.
Il dibattito è aperto, sarebbe bello se intervenisse qualche lettore che magari ha bazzicato nella redazione del Nostro Quotidiano, per offrire ulteriori commenti ed eventuali consigli.

INFLUENZA-A CHI?

Accusano i giornalisti di seminare il panico sull'Influenza A, che a quanto pare è meno pericolosa dell'influenza normale?
E da lunedì, in tutta risposta, il Nostro Quotidiano allega, alla modica cifra di 80 centesimi, la Guida completa per saperne di più sulla malattia più tristemente nota del momento.

Questa sì che è vera informazione a beneficio del lettore.

Cronaca Qui, beccati questa!

VIST CHE BRAV 1

Il premio "Vist che brav" (che inauguriamo oggi) per il miglior pezzo della settimana va alle spassiosissime pagelle di Alberto Mattioli sui presenti alla prima della "Traviata" al Regio di Torino. L'articolo è apparso sulla Stampa di ieri, venerdi 16 ottobre. Eccovene un assaggio.

Sergio Chiamparino 7
CECCHINO. Novità di quest'anno: al sipario finale, i supernotabili della fila 10 e dintorni impegnati nel lancio di bouquet all'indirizzo di Violetta appena risorta e sorridente al proscenio. Buona la mira del Chiampa (rigorosamente no smoking, come al solito) & Co.; i mazzi di fiori sono atterrati in palcoscenico con la missione di un missile Patriot.


Dalla redazione di Visto si Stampa le più sincere congratulazioni a Mattioli (e a Chiamparino).

venerdì 16 ottobre 2009

SCHERZI DA PRETE

Una notizia che non poteva passare inosservata a noi Stampisti: da oggi la Voce del Popolo, storico settimanale della Diocesi torinese finora venduto esclusivamente nelle parrocchie, è disponibile anche in edicola.

Molto cavallerescamente, l'annuncio viene riportato in prima pagina della cronaca di Torino dal Nostro Quotidiano con un pezzo della Martinengo.

L'uscita dalle chiese della Voce darà filo da torcere alle vendite de La Stampa? Come se non bastassero già l'edizione torinese di Repubblica e Cronaca Qui.

Ragazzi all'erta.

TORNA A CASA MINZO

Dagospia ieri sera è tornato ad occuparsi de La Stampa.

Strano ma vero: perchè la Stampa stamattina non ha messo nemmeno una riga (anzi, c'è solo una brevina) sull'audizione del suo ex notista politico "gusto" Minzolini. A Saxa non si parla d'altro. Che è successo tra Calabresi e Minzolini?

In attesa di ristabilire la verità, non possiamo che rinnovare il nostro appello: torna a casa, Minzo. Al Tg1 sei un incompreso.

giovedì 15 ottobre 2009

ARRIVEDERCI AMORE CIAO

Non sia mai detto che da una critica non possa nascere una discussione. Un lettore (che non si firma) lancia una pesante provocazione.

I giornalisti di La Stampa sono sempre più mediocri. Quelli buoni se ne vanno altrove. Tanto per dirne una: Lirio Abbate è passato a Repubblica.

Naturalmente ognuno avrà una sua opinione in proposito. Personalmente credo che il Nostro Quotidiano, che certo oggi può apparire molto distante dai Grandi Anni, abbia ancora tra le sue pagine delle firme di tutto rispetto.

E' indubbio però che alcuni nomi prestigiosi che qui hanno scritto, abbiano negli ultimi tempi preso altre strade. Io non smetterò mai di rimpiangere la bellissima rubrica di Pigi Battista, un fuoriclasse che il Real Madrid-Corrierone ci ha strappato ormai parecchi anni or sono.

E voi che dite? Ci sono firme del passato emigrate in altri lidi che rimpiangete?

MR. CROCODILE DANDY

Carlo is back! Ormai per gustarci un fondo di Carlo Rossella, dobbiamo aspettare la dipartita di qualche personaggione. L'ultimo suo intervento risaliva alla scomparsa di Ted Kennedy. Oggi, immancabile come il cacio sui maccheroni, ecco in cronaca il commento alla morte della regina dell'alta società Maria Angiolillo, del cui salotto il Nostro era di casa. Non è che a fare i coccodrilli la nostra Rossellona ci abbia preso gusto...? Vipponi e nobilastri, fatevi gli scongiuri!

LA STAMPA SI', LA STAMPA NO/UNA RISPOSTA



In riferimento allo spunto di discussione sollevato ieri da Sandro70, metto in evidenza il dettagliato commento della lettrice Manuela Panero, che ringraziamo.

Caro Sandro,

tu poni un problema serio soprattutto per una torinese, che oramai vive all'estero da tempo, La Stampa è oramai un giornale di secondo piano in Italia che rischia anche di morire economicamente in poco tempo.

Per troppo tempo e' stato gestito male e come un oggetto "anomalo" nel gruppo fiat. I grandi giornali italiani e mondiali fanno parte di grandi gruppi editoriali come in italia possono essere Repubblica e RCS che permettono loro maggiore indipendenza e risorse economiche. Ma vuol anche dire garantire maggiore livello culturale delle persone che ci lavorano, maggiore apertura intellettuale, maggiore mobilità di persone e menti.

La Stampa non e' mai riuscita a creare intorno a se un gruppo editoriale allargato per l'icapacita dei suoi manager che hanno ritenuto piu utile coltivare l'orticello piemontese in cui si ritenevano forti. Ora penso che la crisi economica possa dare una bella batosta alla situazione. Mi dicono amici torinesi che dovranno tagliare il personale di un terzo in due anni e la qualita non puo che peggiorare. Prima l'allontanamento di Anselmi, poi l'arrivo di Calabresi che è partito con belle parole, ma ora il giornale è molto una melassa, poche cose incisive. Forse puntano consciamente al piemontese un po' conservativo. E' evidente la non volonta di parlare non bene di Berlusconi, ma gli incentivi governativi per l'auto servono per tenere viva Fiat in un momento difficilissimo.

Anche sul piano internet La Stampa ha fatto errori gravi. Era partita per prima, poi si e' persa. L'azienda non ci ha cresduto e ora paga gli errori economicamente culturalmente. Il sito spesso ha addirittura problemi tecnici gravi, poi è è pensato con una logica vecchia e ritrita. Ho letto in giro che ci sono anche problemi gravi per chi lavora nella redazione on-line. Non vorrei poi sembrare bacchettone ma un giornale della storia della stampa che mette sempre in home page donnine nude o quasi, fotogallery di donne in intimo, scandali, stupidaggini multimediali su grandi fratelli e simili non ha futuro come giornale serio, puo' fare da competitore a testate di gossipp, ma e' un'altra storia.

Mi sembra veramente una situazione quasi drammatica che richiede troppi mutamenti per avere davvero del cambiamento. Penso che l'unica speranza di vita del giornale e' diventare un buon giornale locale con discrete pagine nazionali. E' vero tutti i migliori se ne stanno andando: Barbara Spinelli non è andata a lavorare al Fatto Quotidiano?


Buona discussione,
Manuela

Il destino de La Stampa è, dunque, quello di diventare una sorta di Secolo XIX, giornale a forte caratura regionale con i fatti nazionali in apertura? Gli spunti di riflessione, evidentemente, non mancano.

mercoledì 14 ottobre 2009

LA STAMPA SI', LA STAMPA NO

Riceviamo da un lettore, lo ringraziamo e volentieri pubblichiamo.

Caro "Visto", ciao e complimenti per il blog. Intervengo sulla questione che simpaticamente hai sollevato sul ruolo de La Stampa nello scontro repubblica-corriere.

Io credo in tutta franchezza che la Stampa di Torino abbia perso quel ruolo che aveva fino a qualche anno fa, di sollevare opinioni anche forti o contrastanti, e comunque attiva nel mostrare sempre un'analisi attenta su determinate questioni, un atteggiamento che la portava a giocare tranquillamente un ruolo di "faro" di riferimento accanto ai mostri sacri dei due maggiopri giornali italiani.

Oggi, secondo me non ci sono più le firme per farlo. Non c'è più Ceccarelli, non c'è più Battista. Forse l'unica eccezione è la Spinelli, che è un po' il nostro "Scalfari" domenicale. Non ci si può accontentare dei Buongiorno del comunque ottimo Gramellini, perché secondo me ai politici qualche battuta qua e là fanno appena il solletico. E ai politici, di destra o sinistra, le scatole bisogna rompergliele, sempre.

Io non so se è stato davvero Berlusconi a cacciare Anselmi perché era diventato "scomodo", paradossalmente se così fosse, non si può che rallegrarsi dell'ottimo operato dell'ex direttore. Però il fatto che non venha mai citata La Stampa in queste ultime discussioni tra Repubblica e corriere può essere indice di un suo sostanziale appiattimento: ovvero, inutile tirare in ballo un giornale "che tanto non dà fpiù fastidio".

Non dico che sotto la direzione di Calabresi sia diventata servile, ma non posso notare (tengo a precisare che sono un moderato) che non riesco più a leggere editoriali o commenti che non siano banali o imbevuti di una certa retorica populista. Spero di sbagliarmi, da affezionato lettore quale sono.

Sandro70, Torino

La discussione è aperta.

CIAO CORRADO

Nelle pagine dello sport, il bel ricordo di Corrado Sannucci, giornalista sportivo di Repubblica scomparso ieri, firmato da Roberto Beccantini.

Fino all'ultimo, ha pensato ai lettori. E fino all'ultimo, i lettori hanno pensato che ce l'avrebbe fatta.

Ciao, Corrado.

martedì 13 ottobre 2009

BARBAPAPA' O CIUFFOLONE?






La diatriba Repubblica-Corrierone non può lasciare indifferenti noi de La Stampa, che ci sentiamo un po' come La 7 in mezzo alle beghe Mediaset-Rai. Finora ha pagato il tono tutto sommato moderato, ma è ora di prendere posizione. Perché il buon Barbapapà-Scalfari nella sua campagna antiberlusconiana fa solo riferimento al quotidiano di via Solferino e non guarda al di là del Po? Ecchecavolo. Da che parte stiamo, stampisti? La pensiamo come il vecchio Eugi o il ciuffolone De Bortoli? O c'è una terza via?

VISTO SI STAMPA SU TORINO 2.0

Il prestigioso sito Torino 2.0 (molto seguito) del network Blogosfere ci dedica una segnalazione, a firma Carlo Griseri. Ringraziamo per l'attenzione.

news:news.cronacaeattualita.blogosfere.it/torino/2009/10/visto-si-stampa-nasce-un-blog-per-i-feticisti-del-quotidiano-torinese.html

ARIDAJE

Niente da fare, la redazione web insiste. Anche oggi, al fondo della home page della Stampa, è rimasta l'icona pdf della prima pagina di domenica.

lunedì 12 ottobre 2009

INTERNET O INTERCHE?

Ci segnalano una curiosa anomalia sul sito del La Stampa. Al fondo della home page di oggi, dove viene visualizzata la prima pagina in PDF del giornale, appare l'apertura dell'edizione di ieri. Ma se si clicca per scaricarla, appare la prima pagina dell'edizione odierna.
Passate la voce, segnalatelo alla Masera!

UPDATE: alle ore 19.30 il problema non è ancora risolto. Dove sono i ragazzi della redazione web?

10 ANNI DI BUONGIORNO


Negli ultimi dieci anni ci ha fatto riflettere, ci ha informato, ci ha fatto divertire e persino indignare (chi l'ha detto che è un difetto?). In una sola espressione, il nostro "giustiziere" SandoGram ha dato voce in prima pagina al pensiero di tanti italiani. E noi di Visto ci uniamo al festeggiamento per il decennale della rubrica-simbolo del nostro quotidiano.
Tra trecento anni e qualche era geologica, quando il nostro Toro sarà finalista del Campionato Intergalattico per Nazioni, gli storici avranno un ampio repertorio a cui attingere per inquadrare il fenomeno italico (e non solo) di questo complesso inizio Duemila.
Tanti auguri, Buongiorno!

JENA TRISTENS

Ben due pagine sul congresso del Pd, ma nessuna traccia di vita del sinistrologo Barenghi. La cosa ci turba. Hanno coinvolto persino l'Uomo delle Montagne Martinet (che intervista Violante ad Aosta) e la nostra Jena no?
Tre le ipotesi della diserzione:
1) All'appassionte scontro verbale tra Bersani, Marino e Franceschini, la Jena ha preferito andare a funghi (come dargli torto?);
2) Il direttore l'ha tenuto in caldo per le Primarie, come fanno gli allenatori che fanno riposare i campioni in vista delle sfide importanti;
3) "C'era il congresso del Pd? Ma davvero? Quando? E dove"?

sabato 10 ottobre 2009

BUONGIORNO, SILVIO

Sugli ultimi sette, ben cinque Buongiorni incentrati su Silvio. L'ultimo, oggi. Un po' troppo, forse. Gram, va bene che si tratta del miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, ma non ti sembra di esagerare? Ti ci metti anche tu? Il premier ha già il suo bel daffare a guardarsi dalle imboscate di Mauro & D'Avanzo!

WOW

E' lo strafavorito Calabresi a firmare l'editoriale di commenti al Nobel vinto da Obama. Gram si occupa delle solite sparate di Silvio e dell'Annunziata nessuna traccia.
La delusione di Minzolini: aveva già pronto per il Tg1 un editoriale di un'ora e mezza in caso di vittoria del Nobel di Silvio. Sarà per il prossimo anno, Minzo.


venerdì 9 ottobre 2009

MISSING

Ci aveva elettrizzati con i retroscena sull'ultimo Sanremo ("Per avere Benigni la Rai svende Benigni", 10 febbraio). Aveva sollevato un polverone con la sua inchiesta sulle infiltrazioni di figli, parenti e amici nella Forestale (14 maggio). Ok, ce lo immaginiamo vestito da Blues Brothers sperduto in qualche catacomba veneziana a caccia dell'ultimo dossier Kgb munito solo di Topowalkie e coltellino svizzero. Per un'inchiesta scottante ci vuole tempo. Un po' troppo, però. Insomma, da troppo non si fa sentire e ci stiamo preoccupando: che fine ha fatto Paolo Festuccia?
Paolo, se sei sotto copertura e nascosto in qualche covo sperduto tra i boschi, scrivici!

SI SCANZI CHI PUO'

Firma di punta de La Stampa "ggiovane" è certamente il bravissimo Andrea Scanzi. Il 35enne giornalista aretino, "enfant prodige della carta stampata" secondo Giorgione Dell'Arti, sulle pagine del nostro quotidiano preferito si è occupato davvero di tutto: politica, spettacolo, costume, enogastronomia, cronaca (rimane memorabile il suo reportage vestito da lavavetri), viaggi, sport.
Da qualche tempo il nostro Monty Andrew (grande esperto di tennis) è il referente dei motociclismo per le pagine sportive, in sostituzione di Enrico Biondi. (Il ridimensionamento dell'organico dei giornalisti sportivi è, ahinoi, all'ordine del giorno in via Marenco).
Sarà una supplenza a tempo determinato? O d'ora in poi sarà sempre Scanzi a seguire le gesta di Valentino Rossi & C.?
Invitiamo lo stesso Andrea a darci chiarimenti, se lo vorrà.

I HAVE A DREAM

Premio Nobel per la pace a Barack Obama. Chi firmerà l'editoriale di accompagnamento alla notizia sulla prima pagina di domani? Tutto porta a pensare che sarà (con buona pace di Molinari) il vero obamologo de La Stampa, il direttore Calabresi... e se invece fosse Gramellini, in un Buongiorno più esteso?
E perché non Lucy "Amerika nel cuore" Annunziata?
Aperte le scommesse.

TARGATO ALK

Pronto, naturalmente, a smentirmi. Ma oggi nella pagina delle recensioni cinematografiche, la brava Alessandra Levantesi aggiunge al suo anche il cognome del marito, Tullio Kezich, scomparso ad agosto. Mi sembra sia la prima volta che accade.
Uno splendido gesto, per non dimenticare una delle firme più prestigiose della critica cinematografica del nostro Paese.

giovedì 8 ottobre 2009

SCHIAFFO DI D'AGOSTINO







Nel pezzo sull'intervento di Montezemolo al primo atto di Italia Futura (sul nostro quotidiano affrontato ovviamente in un'intera pagina), con la consueta finezza Dagospia rimpiange l'ex Anselmi.

Alle 15,50 Montezemolone ha fatto il suo ingresso nella sala scortato dal presidente dell'Ansa Giulio Anselmi, l'ex-direttore della "Stampa", il quotidiano della Fiat che dopo la sua uscita sembra entrato in coma.

Tieni duro, Mario! Siamo con te. (Ma occhio che Robertone all'occorrenza mena, vedi video linkato qui sotto...)

http//www.youtube.com/watch?v=oHfOx3oN5qE

AMARCORD MINZO

Con il pezzo di oggi da Montecitorio, "E a Montecitorio scocca l'ora del fuggi fuggi" (ah, l'uso dell'escalamativo!) Mattia Feltri si conferma uno dei "ficcanaso" più brillanti della schiera degli inviati politici. Col tempo assumerà sempre più il ruolo che aveva Minzolini a La Stampa, prima del trasferimento al TG1?
Bei tempi, quando il Minzo spiava da dietro le tende del Palazzo e non infiammava l'opposizione con i suoi editoriali televisivi... Ei fu. Mattia, a te il compito di non farcelo rimpiangere!


UNO E TRINO
















Iniziamo, ahinoi, con un grossolano errore a pag. 8.
Sotto il titolo DOMANI RIPARTE IL PROCESSO MILLS, capeggia "I PREMIER potrebbe essere chiamato a Milano anche come testimone in appello". I anziché IL.

Siamo sicuri che l'articolo al plurale sia uno sbaglio?
Silvio da sempre non si professa UNO E TRINO?
A voi l'ardua sentenza.