IL BLOG DEI FANATICI DE

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mercoledì 14 ottobre 2009

LA STAMPA SI', LA STAMPA NO

Riceviamo da un lettore, lo ringraziamo e volentieri pubblichiamo.

Caro "Visto", ciao e complimenti per il blog. Intervengo sulla questione che simpaticamente hai sollevato sul ruolo de La Stampa nello scontro repubblica-corriere.

Io credo in tutta franchezza che la Stampa di Torino abbia perso quel ruolo che aveva fino a qualche anno fa, di sollevare opinioni anche forti o contrastanti, e comunque attiva nel mostrare sempre un'analisi attenta su determinate questioni, un atteggiamento che la portava a giocare tranquillamente un ruolo di "faro" di riferimento accanto ai mostri sacri dei due maggiopri giornali italiani.

Oggi, secondo me non ci sono più le firme per farlo. Non c'è più Ceccarelli, non c'è più Battista. Forse l'unica eccezione è la Spinelli, che è un po' il nostro "Scalfari" domenicale. Non ci si può accontentare dei Buongiorno del comunque ottimo Gramellini, perché secondo me ai politici qualche battuta qua e là fanno appena il solletico. E ai politici, di destra o sinistra, le scatole bisogna rompergliele, sempre.

Io non so se è stato davvero Berlusconi a cacciare Anselmi perché era diventato "scomodo", paradossalmente se così fosse, non si può che rallegrarsi dell'ottimo operato dell'ex direttore. Però il fatto che non venha mai citata La Stampa in queste ultime discussioni tra Repubblica e corriere può essere indice di un suo sostanziale appiattimento: ovvero, inutile tirare in ballo un giornale "che tanto non dà fpiù fastidio".

Non dico che sotto la direzione di Calabresi sia diventata servile, ma non posso notare (tengo a precisare che sono un moderato) che non riesco più a leggere editoriali o commenti che non siano banali o imbevuti di una certa retorica populista. Spero di sbagliarmi, da affezionato lettore quale sono.

Sandro70, Torino

La discussione è aperta.

1 commento:

Manuela Panero ha detto...

Caro Sandro
tu poni un problema serio soprattutto per una torinese, che oramai vive all'estero da tempo, La Stampa E' oramai un giornale di secondo piano in Italia che rischia anche di morire economicamente in poco tempo.
Per troppo tempo e' stato gestito male e come un oggetto "anomalo" nel gruppo fiat. I grandi giornali italiani e mondiali fanno parte di grandi gruppi editoriali come in italia possono essere Repubblica e RCS che permettono loro maggiore indipendenza e risorse economiche. Ma vuol anche dire garantire maggiore livello culturale delle persone che ci lavorano, maggiore apertura intellettuale, maggiore mobilità di persone e menti. La Stampa non e' mai riuscita a creare intorno a se un gruppo editoriale allargato per l'icapacita dei suoi manager che hanno ritenuto piu utile coltivare l'orticello piemontese in cui si ritenevano forti. Ora penso che la crisi economica possa dare una bella batosta alla situazione. Mi dicono amici torinesi che dovranno tagliare il personale di un terzo in due anni e la qualita non puo che peggiorare. Prima l'allontanamento di Anselmi, poi l'arrivo di Calabresi che è partito con belle parole, ma ora il giornale è molto una melassa, poche cose incisive. Forse puntano consciamente al piemontese un po' conservativo. E' evidente la non volonta di parlare non bene di Berlusconi, ma gli incentivi governativi per l'auto servono per tenere viva Fiat in un momento difficilissimo. Anche sul piano internet La Stampa ha fatto errori gravi. Era partita per prima, poi si e' persa. L'azienda non ci ha cresduto e ora paga gli errori economicamente culturalmente. Il sito spesso ha addirittura problemi tecnici gravi, poi è è pensato con una logica vecchia e ritrita. Ho letto in giro che ci sono anche problemi gravi per chi lavora nella redazione on-line. Non vorrei poi sembrare bacchettone ma un giornale della storia della stampa che mette sempre in home page donnine nude o quasi, fotogallery di donne in intimo, scandali, stupidaggini multimediali su grandi fratelli e simili non ha futuro come giornale serio, puo' fare da competitore a testate di gossipp, ma e' un'altra storia.
Mi sembra veramente una situazione quasi drammatica che richiede troppi mutamenti per avere davvero del cambiamento. Penso che l'unica speranza di vita del giornale e' diventare un buon giornale locale con discrete pagine nazionali.
E' vero tutti i migliori se ne stanno andando: Barbara Spinelli non è andata a lavorare al Fatto Quotidiano ?
Buona discussione
Manuela