IL BLOG DEI FANATICI DE

IL BLOG DEI FANATICI DE
Non abbiamo le 10 domande al premier e non abbiamo la rubrica di Alberoni. Ma siamo il quarto quotidiano italiano, che diamine!

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venerdì 18 dicembre 2009

THE END?

Scusandomi per il ritardo, vi segnalo che a causa di questioni strettamente personali, atualmente non sono in più in grado di proseguire l'attività del blog. Non posso dire se si tratta di chiusura temporanea o definitiva, solo il tempo potrà dirlo. A tutti voi, il ringraziamento per questi mesi di collaborazione, pochi ma intensi. La speranza è di ritrovarci tutti qui. Chissà. Un saluto e un abbraccio affettuoso, nonché i miei più profondi auguri di buone feste.

Lo Stampista

venerdì 4 dicembre 2009

VISTO SI MANGIA

Il solito Dagospia commenta a modo suo il pezzo comparso oggi su La Stampa riguardo il Forum Internazionale sull'alimentazione patrocinato da Barilla a Roma.

Spottone Barilla contro la fame nel mondo. Alla corte di Re Guidone occorrono direttori e vip vari (Gianni Riotta, Mario Calabresi, Umberto Veronesi e una certa Vandana Shiva) e oggi gran pezzo della Stampa (p.33) sul "Primo Forum del Barilla Center for food and nutrition". E ‘sti cojon!

Dove c'è marchetta c'è casa?

giovedì 3 dicembre 2009

TORO SCATENATO

Forum granata particolarmente agitati oggi. Oggetto di tanto rumore la solidarietà espressa dall'Ordine dei Giornalisti a favore di Gianluca Oddenino, specializzato in cose di Toro (cui facciamo gli auguri per il 103° compleanno) e da tempo nel mirino dei tifosi (e della società) per il suo presunto "anti-torinismo".

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un articolo in cui Oddenino descriveva una lite tra il segretario generale granata Ienca e il portiere Sereni: rivelazione che ha mandato su tutte le furie il presidente Cairo, tanto da togliere l'accredito stampa al giornalista (però, signori miei, che triste e pericolosa l'espressione "persona non gradita"...).

Troppo duro Oddenino nei confronti del già di suo sfigato Toro? Troppo severi nel giudizio i tifosi granata, che accusano le firme Stampiste di non essere così cattive con la Juve?

Ecco che riemerge di prepotenza uno dei tormentoni principi de La Stampa (a dir la verità mai completamente sopito negli anni): la bilancia del Nostro Quotidiano pende troppo dalla parte del piatto bianconero?

GOOD LUCK GOOD WORK

Altro che allegare dvd, enciclopedie sull'arte, fascicoli su come combattere l'influenza suina. I nostri carissimi nemici di Cronaca Qui sì che hanno capito come aumentare le vendite di questi tempi.

Stavolta sono loro a dirci: beccati questa.

Sveglia, ragazzi!

mercoledì 2 dicembre 2009

LAVORI IN CORSO

Nuove indiscrezioni di Dagospia sulle prossime mosse dei vertici del Nostro Quotidiano preferito.

In attesa della firma ministeriale del decreto che aprirà formalmente lo stato di crisi, la Stampa di Torino congela il progetto di aggiornare con un restyling grafico la veste del quotidiano diretto da Mario Calabresi. Progetto che rimane comunque valido, nella sua intenzione di impostare la versione cartacea della testata secondo un'ottica più vicina a quella del web.

In parallelo, infatti, dovrebbe essere avviato anche un rilancio de www.lastampa.it e la redazione on-line dovrebbe traslocare più vicino al direttore Calabresi. Nel frattempo, però, c'è già stata una riorganizzazione interna dei grafici e in particolare dei giornalisti dell'edizione cartacea, ora suddivisi a seconda delle sezioni di appartenenza tra la redazione hard news (che si occuperà della stringente attualità) e quella delle soft news (maggiormente incentrata su cultura, spettacoli e inchieste di approfondimento).

Sarà la svolta giusta? Incrociamo le dita.

NEL NOME DEL CAPITANO

Su La Stampa di oggi Mariella Scirea (persona straordinaria, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente), vedova dell'indimenticabile capitano della Juventus degli anni '80, entra a gamba tesa sulla questione razzismo nel calcio con una bella lettera che ho scelto di postare interamente.

Sabato sera ci sarò anch’io, allo stadio Olimpico. Mi auguro che Juventus-Inter possa essere una partita corretta in campo e piena di buon senso fuori, sugli spalti. Poi, naturalmente, vinca il migliore.

Molto si è scritto attorno ai cori, razzisti e non, che gli ultrà juventini hanno indirizzato a Mario Balotelli. Gaetano era contro ogni tipo di offesa: al colore della pelle, ai morti, alle persone, fossero avversari o mamme di avversari. Ho fiducia nei nostri tifosi, ho fiducia nella volontà di essere superiori agli istinti più bassi e, magari, alle provocazioni più alte. Balotelli, se gioca, andrà considerato un avversario: punto e basta.

Il razzismo è una piaga della società, per combattere la quale le società di calcio hanno bisogno di un dialogo continuo ed efficace con le istituzioni statali. Gli stadi non saranno teatri, ma non devono neppure diventare chiaviche. Una curva che porta il nome di Gaetano Scirea dovrebbe essere doppiamente impegnata a portare avanti una battaglia che, senza demagogia, abbia come obiettivo l’intento collettivo di cancellare i cori trucidi e volgari. Tutti: senza distinzione.

Perché sì, chiamarsi curva Scirea significa un privilegio e una responsabilità. Mio marito aveva una concezione del calcio assolutamente fuori del comune. Lo viveva senza l’isteria che, oggi, sembra diventata parte preponderante e fissa del sistema.

Il 3 settembre sono stati vent’anni dalla scomparsa di Gaetano, e i tifosi continuano a essergli e a essermi molto vicini, nel ricordo e nell’affetto. Ecco: proprio per questo, non vorrei mai chiedermi se valga ancora la pena che la curva porti il suo nome. Fermo restando che l’inciviltà sportiva di molti italiani non nasce negli stadi, ma negli stadi arriva.


Mariella Scirea

martedì 1 dicembre 2009

MURI E DURI


Che Marione Calabresi sia particolarmente sensibile (giustamente) a tutte le grandi campagne mondiali l'avevamo già capito. Non poteva quindi mancare, oggi che è il 1° dicembre, un richiamo alla giornata mondiale per la lotta all'Aids (con l'intervento della torinesissima Carla Bruni Sarkozy) e un articolo di Paul McCartney sulla conferenza del clima a Copenaghen. Grande spazio viene dato ai due personaggi e all'argomento, come vuole il Calabresi style.

Tuttavia - non ce ne vogliano la Prima Dama di Francia e il Baronetto - ma oggi a rallegrarci è il ritorno di Gabriele Ferraris in prima pagina, con un pezzo in pieno stile Gabriele Ferraris sui trent'anni di The Wall.

L'incipit:
Trent’anni fa, il 30 novembre 1979, la band inglese dei Pink Floyd pubblicava uno dei suoi dischi meno riusciti.

Gabriele, sei in mito.

domenica 29 novembre 2009

C'ERA UNA VOLTA MINZO

A proposito del premio "Best of Stampa 2009" e degli otto momenti più significativi del 2009 del Nostro Quotidiano. Il lettore Gian Paolo Piras mi segnala la mancanza (a suo avviso), tra le opzioni del sondaggio, di

quello che avrei votato di corsa (e credo con me molti altri): l ’uscita di Augusto Minzolini da La Stampa (la considererei giornata di liberazione nazionale, se non fosse che ahimè l’hanno nominato podestà alla Rai).

Gian Paolo conclude suggerendomi di inserire la "dipartita" minzoliniana tra le opzioni. Purtroppo non è più tecnicamente possibile, perché una volta che il sondaggio riceve risposte non è suscettibile di modifiche. Però l'argomento va trattato, perché nel bene o nel male "Minzo" è ormai diventato nel panorama giornalistico italiano un personaggio che indubbiamente stimola discussioni.

Gian Paolo dice che la sua uscita da La Stampa è stato un evento positivo. E' indubbio però che, nonostate Minzo sia da sempre una delle penne più fedeli del premier (se no col cacchio che arrivava al Tg1) c'è a mio avviso da analizzare il Minzolini giornalista di carta stampata (e che ha regalato qualche ghiotto scoop a via Marenco) di ieri e quello degli editoriali sfacciatamente pro Silvio di oggi.

Qual è il vostro giudizio sul Minzolini stampista? Sentite che al quotidiano manca la sua firma o invece è stata un'uscita provvidenziale?

venerdì 27 novembre 2009

ATTRAVERSO LO SPECCHIO

I magazine di Corriere e Repubblica non solo non cessano la pubblicazione come prevedeva incautamente qualche catastrofista, ma rilanciano il prodotto con una nuova veste grafica. E La Stampa? Noi siamo fermi ancora a luglio 2009, all'ingloriosa fine di quello che era stato un esperimento coraggioso ma poi naufragato dopo molti sbandamenti: Specchio.

Calabresi, abbiamo visto, è prodigo di idee e ha voglia di dare una riverniciata al giornale. E allora, perché non mettere allo studio un nuovo settimanale che riesca a far breccia sullo stesso pubblico che compra La Stampa? Un magazine fresco, con reportage dal mondo, cronache dal Belpaese, interviste, rubriche. Come il primo "Specchio" ma ancora più magazine. Con un tocco alla Vanity Fair, magari, che fa tanto cool.

Le firme per realizzare un prodotto che regga la competizione con Sette e Il Venerdì ci sono tutte. Qualche idea buttata lì? I retroscena dal Palazzo svelati da Mattia Feltri. C'è il bravissimo Marco Bardazzi, nuovo nome della scuderia Calabresi, che potrebbe firmare una rubrica dagli Usa (o in alternativa Molinari). Il film della settimana visto da Andrea Scanzi, che siam sicuri si sparerebbe una decina di film al giorno per realizzarla. La playlist suggerita dalla Venegoni. Qualcosa di sport con Beccantini e Ansaldo. Una rubrica di satira di Barenghi sullo stile di quella firmata da Michele Serra sull'Espresso. E in "casa" abbiamo già anche il direttore giusto da mettere alla guida: Marcello Sorgi.
Una costola de La Stampa sì, ma capace di brillare di luce propria.

Alby

giovedì 26 novembre 2009

SCHIAFFI QUOTIDIANI

Dacci oggi il nostro schiaffo quotidiano. Oggi Dagospia se la prende con la massiccia spedizione di giornalisti inviati da La Stampa alla conferenza dell'avvocato Benessia, capo della Compagnia di San Paolo.

Però, ad addolcire la pillola, si evidenzia anche un elogio ai reportage di Galeazzi e Ruotolo.

martedì 24 novembre 2009

PROBABILMENTE


Esiste una sudditanza psicologica dei giornalisti dei confronti dei politici? La questione, sempre attuale, spesso si può nascondere nel più "innocuo" degli articoli. Ne abbiamo un esempio proprio oggi, nell'intervista che Alessandra Pieracci fa al comico Luca Bizzarri riguardo la provocazione del ministro Rotondi sull'abolizione della pausa pranzo.

Nell'articolo apparso sull'edizione cartacea (pag. 25), ad un certo punto si legge la seguente dichiarazione della simpatica "Jena", impegnata nel commentare la presa di posizione del ministro:

(...) "un ministro dovrebbe essere più prudente in un Paese sindacalizzato come il nostro. Comunque i nostri ministri dicono sciocchezzecazzate ben peggiori e riescono a fare dichiarazioni che fanno discutere anche quando si comportano bene" (...)

Sciocchezzecazzate. C'è proprio scritto così.
Scartando l'ipotesi che il Bizzarri si sia inventato un termine nuovo sul momento, l'ipotesi all'origine del refuso non può che essere una. Sotto con la dietrologia, dunque.
Probabilmente, il comico ha usato nella sua risposta alla domanda della Pieracci proprio il termine "cazzate". Probabilmente, la Pieracci l'ha trascritto testuale nell'articolo. Probabilmente, al momento di andare in stampa, al correttore di bozze l'espressione "i nostri politici dicono cazzate ben peggiori" è sembrata troppo forte, probabilmente perché riferito proprio ai nostri governanti (si sa quanto siano permalosi) e ha deciso di sostituirlo col più sobrio "sciocchezze".

Probabilmente, qualcosa è andato storto e alla fine sono rimasti entrambi i termini.

Probabilmente è andata così.

Probabilmente.

GRAZIE LUCIANA

"Stampiste" in primo piano. Simpatico botta e risposta tra due grandi donne dello spettacolo nostrano, accomunate dal fatto di essere entrambe firme del Nostro Quotidiano. Oggi Mina (la sua rubrica domenicale è ormai un classico della domenica de La Stampa) si è impossessata dello spazio del Buongiorno gramelliniano per lodare la performance della Littizzetto (tenutaria di uno spazio comico su Torinosette) al'interno della trasmissione di Fazio, nella quale la comica torinese si divertiva a sfottere lo spot della Barilla "interpretato" dalla Tigre di Cremona.

Dell'articolo di Mina si parla (con video annesso) anche su TvBlog.

BEST OF STAMPA 2009























La fine del 2009 si avvicina e per Visto si Stampa è già tempo di... premi. Dopo un'attenta analisi di tutte edizioni del Nostro Quotidiano dal 2 gennaio a quella di oggi, ho scelto quelli che a mio (discutibilissimo, per carità) giudizio sono gli otto momenti più significativi dell'anno de la Stampa. Perdonatemi evenuali assenze, ma bisognava pur arrivare ad una scrematura finale (a tal proposito, ogni critica nei commenti sarà giustamente tollerata).

A voi, assidui Stampisti e ospiti, la scelta su quello che ritenete il momento più significativo di quest'anno, così difficile, per il giornale. Il primo classificato (c'è tempo per votare fino a Natale) si aggiudica il premio "Best of Stampa 2009".
Come potete vedere, ho pescato anche nel serbatoio del "meglio dimenticare" (c'è la clamorosa svista della pagina falsa dell'Avvenire che ha scatenato un incidente diplomatico), a testimonianza che la vita di un giornale è composta da lavori brillanti ma anche da errori. Anche il giornalista, checché ne pensa Silvio, è un essere umano.

Piccolo rewind per rinfrescare la memoria.

Il 22 aprile il nuovo direttore Mario Calabresi firma il primo editoriale da direttore. Subentra a Giulio Anselmi;

Il 4 maggio Calabresi intervista, con Ferruccio De Bortoli, Silvio Berlusconi sui teroscena del divorzio con Veronica Lario: titolo in apertura, "Mi dispiace per i miei figli, ma stavolta è finita";

Sempre Calabresi intervista in esclusiva il Presidente della Repubblica Napolitano il 7 maggio, sull ragioni dell'invito alla vedova Pinelli al Quirinale;


Il 5 luglio esce il primo speciale de La Stampa, incentrato sull'Africa. Bob Geldof è direttore del giornale per un giorno;

Il 20 agosto una falsa copertina di Avvenire, apparsa all'interno del giornale, recante un'ammonizione del Papa a Berlusconi, diventa un caso: qualcuno arriva a dire che non si è trattato di una svista;

Il 14 settembre è la volta del secondo speciale: "La crisi, un anno dopo";

Barack Obama è il protagonista del terzo focus del Nostro Quotidiano il 1° novembre;

Sempre nel mese di novembre, La Stampa festeggia i primi dieci anni del Buongiorno di Gramellini.

Buona votazione a tutti!

lunedì 23 novembre 2009

LIKE A ROLLING STONE

Per la serie: esiste ancora qualcosa in grado di stupirci? Personalmente, dico di no. E comunque: la rivista Rolling Stone ha incoronato Berlusconi nientemeno che rockstar dell'anno. Il nostro Silvio ormai non ha davvero più confini.

Attendiamo con trepidazione il Buongiorno di domani del nostro SandoGram:vai Massimo.

VIST CHE BRAV 3

Torna il premio Vist che brav (non ce lo eravamo dimenticati!) e questa settimana se lo porta a casa una delle nostre firme preferite, Mattia Feltri, grazie all'articolo pubblicato ieri sull'ormai famigerato "guazzabuglio lessicale" (declinarlo al maschile o al femminile?) legato al termine "trans". Questione più che mai di moda, e affrontata anche nel nostro blog qualche post fa.

Anche il blogger Gabriele Zamparini tratta dell'articolo di Feltri nel suo spazio web.

sabato 21 novembre 2009

TORINO ERROR FEST

Torna la nostra assidua Stampista Maria Cristina (ormai da considerare a tutti gli effetti collaboratrice ufficiale del blog, e ne siamo contenti) per segnalare un'altra magagna legata alle pagine dl Nostro Quotidiano sul TFF.

Mi duole tornare sull'argomento. Ancora imprecisioni negli articoli che riguardano il TFF. Oggi l'intervista on line di Tiziana Platzer a Gianni Amelio.

La sera della presentazione del film la Nana ero presente e c'era anche il distributore italiano che l'ha coraggiosamente acquistato. Si parla sempre del poco coraggio che hanno questi signori e poi, quando ne appare uno bravo e intraprendente gli si storpia il nome della "ditta" : BOLERO, non Baleno. Uffa!

Dopo Liettona nostra, è il turno quindi della Platzer, già beccata in fragrante da Pazzo per Repubblica in settimana.
Signore mie, a Torino ci hanno già scippato l'impossibile, più attenzione al TFF per tenercelo stretto, please!

venerdì 20 novembre 2009

SPY TRANS STORY

Con la morte improvvisa della trans Brenda, si riapre il caso Marazzo e si arricchisce di nuovi, inquietanti capitoli. La speranza è che il Nostro Quotidiano domani in edicola ritorni sulla vicenda con rigore ed equlibrio, evitando i particolari più morbosi...

mercoledì 18 novembre 2009

PAPERE E VOLPI

Riceviamo e pubblichiamo:

Sto seguendo da vicino il TFF 27. Ho visto l'altra sera il film Fantastic Mr Fox.
Lietta Tornabuoni (che peraltro Pazzo Per Repubblica ci invidia poichè a loro manca un critico cinematografico degno, e hanno ragione), dico, appunto LT, nella sua recensione (letta on line)
prende il nipote (maschio) di Mr Fox per la figlia, che non esiste (Mr Fox ha un unico figlio maschio).

Tra l'altro il personaggio (nipote) che si chiama Kristofferson (non un nome qualunque e tantomeno bisex) ha una parte centrale nel film. Mi sovviene il dubbio (quasi una certezza) che la signora Tornabuoni non abbia visto il film. Non è una cosa importante, per carità, non ci sono secondi fini nè manipolazioni della notizia come siamo ormai abituati a vedere nella sciatta e imprecisa informazione casereccia.

Però che uno dei maggiori quotidiani nazionali, nella persona di una delle sue firme più note, decana dei critici cinematografici, su un film di punta di in festival importante - seppur di nicchia - come il TFF, prenda cantonate di questo tipo lo trovo avvilente. Scorretto nei confronti dei lettori che hanno diritto al rispetto di chi scrive per loro e li informa. Leggendo macroscopiche sciocchezze di questo tipo è difficile sentirsi rispettati.... per tralasciare la stessa stessa sensazione su argomenti ben più importanti! Se tanto mi dà tanto (come diceva mia nonna).

Grazie per il vostro lavoro e grazie anticipatamente se vorrete far pervenire le mie perplessità alla signora Tornabuoni che gode della mia immutata stima anche se talvolta non concordo con le sue posizioni critiche.

Maria Cristina

Cara Maria Cristina, innanzitutto permettimi di dire che anche i migliori sbagliano e a Liettona nostra una svista si può concedere. In ogni caso, per ovviare ai tuoi dubbi l'unica cosa che Visto può fare, non avendo accesso diretto ai corridoi della redazione del Nostro Quotidiano, è rivolgrsi alla diretta interessata ricorrendo al solito, immancabile grido:

Lietta, scrivici!

martedì 17 novembre 2009

LORO DI NAPOLI

Ecco un bel dilemma che rischia di togliere il sonno a noi Stampisti. Ieri Marinella Venegoni ha svelato in pompa magna il clamoroso progetto di portare in gara a Sanremo il trio Pino Daniele-Gigi D'Alessio-Massimo Ranieri (avessimo detto Crosby, Stills, Nash & Young). L'ufficio stampa di Pino Daniele ha prontamente replicato con una smentita.

In merito alla notizia che PINO DANIELE parteciperebbe in gara al prossimo Festival di Sanremo con un brano in dialetto napoletano, cantato con Gigi D’Alessio e Massimo Ranieri, si precisa che tale notizia è priva di fondamento.

Ma sul blog di Marinella compare maliziosamente la scritta "...e non credete alle smentite".

Dunque? Da bravo Venegoniano sarei portato a credere ciecamente al Verbo annunciato dalla nostra criticona musicale preferita. Ma il mistero s'infittisce... è chiaro che una spy-story di tal calibro richiede altre anticipazioni, ne dobbiamo assolutamente sapere di più.

Marinella, scrivici!

lunedì 16 novembre 2009

LEADER MASSIMO


E' Gramellini-mania. Come gli Stampisti accorsi alla festa del Regio per i dieci anni del mitico Buongiorno hanno appreso in diretta, Marione Calabresi ha annunciato che il nostro SandoGram (notato come assomiglia sempre di più a Umberto Eco?), da gennaio, scriverà anche in ultima pagina.

Massimo è il volto de La Stampa in Italia, il nostro Totti (meglio non scrivere Del Piero), il nostro guru, il nostro fuoriclasse. Speriamo abbia ragione Carlo Fruttero quando dice che non andrà mai al Chelsea o al Barcellona...

Però un rimbrotto al nostro editorialista di punta dobbiamo farlo: Gram, quando torni a parlarci un po' del nostro disgraziato Toro?

(foto: Max Finotti per Torcida granata)

giovedì 12 novembre 2009

OLTRE A SILVIO C'E' DI PIU'


Basta, oggi non ho voglia di parlare di Berlusconi, di maschilismo in politica, di giustizia, di liti nel Pd, di crisi. Mi dedico a qualcosa di più leggero.
Apro l'home page de La Stampa di oggi. Vediamo qualche titolo pescato del reparto multimedia.
Mmm...

Morgan contro tutti a X Factor... e scappa il gestaccio...
Ilary Blasi: in campo confondo Francesco con qualche altro giocatore...
Sesso sadomaso e cinghiate per Jessica Alba...
Spagna, 14mila euro per corso masturbazione...
Jennifer Lopez blocca il suo video hard...
La Canalis nuda su Playboy, è giallo...


Dopo un attimo di esitazione, son tornato subito a consultare i reportage su Silvio e Pier Luigi.

(PS: omaggio a un mitico Buongiorno di qualche anno fa)

METTI UNA SERA CON LA MASERA

Scusandomi per il ritardo, riportiamo la segnalazione del nostro lettore Marco De Rossi riguardo un'interessante iniziativa che potrà interessare gli Stampisti all'ascolto:

Vi scrivo per segnalare che giovedì sera alle 21 (stasera, ndr) si terrà su Oilproject (http://www.oilproject.org) - la scuola virtuale di cui sono uno degli organizzatori - un incontro aperto dal titolo "Giornalismo e giornalisti tra crisi e opportunità dell'era Internet".

A tenerlo sarà Anna Masera de La Stampa. Chiunque può seguire l'intervento audio-video serale gratuitamente da casa propria, rivolgere domande ai tutor e confrontarsi con gli altri studenti.

Dovrebbe venirne fuori un bel dibattito su cosa sta succedendo (la vera domanda è: a che velocità?), e cosa inventarsi per poter stare ancora qua a chiaccherarne fra un paio d'anni.

Questo il link dell'articolo sul sito de La Stampa.

martedì 10 novembre 2009

RI-PUBBLICA?

Che ultimamente a Dagospia il Nostro Quotidiano non stia particolarmente simpatico l'avevamo già capito. Il popolare sito di gossip rincara la dose con la soffiata che circola tra gli addetti ai lavori.

Rivoluzione alla Stampa. Marione l'Africano vuole rifare il lifting al suo giornale. Il quotidiano piemontese assomiglierà sempre più alla 'casa madre' di Calabresi ovvero a Repubblica con la trasformazione di cronache, spettacoli e cultura in paginate R2, R3 e così via.

Nei salotti che contano a Torino la domanda che circola è: lo fa per nostalgia del suo passato oppure perché sta cercando di frenare l'emorragia di copie del quotidiano che da qualche tempo sta andando in caduta libera?


Agli Stampisti l'ardua sentenza.

venerdì 6 novembre 2009

UNA JENA D'AVANZO

Piccola riflessione sul piccolo "crossover" di oggi. Leggendo l'odierna, formidabile Jena (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=44), in quanti tra i lettori de La Stampa avranno capito che Barenghi fa riferimento alle ormai famigerate 10 domande poste da Giuseppe D'Avanzo a Silvio Berlusconi su Repubblica? Ovviamente, solo quei lettori che oltre al Nostro Quotidiano comprano quello di Scalfari o navigano sul web, visto che sui tg nazionali l'argomento è passato completamente sotto silenzio.

Una minoranza? Forse. Perché ahinoi, come rilevano le statistiche, la stragrande maggioranza degli italiani si informa tramite la televisione. (Provate a fare un sondaggio: quanti dei vostri amici stampisti conoscono la "question list" di D'Avanzo? Temo pochi). E il lettore "classico" che legge solo La Stampa, che magari ha sentito parlare di queste domande ma non le conosce nello specifico, dovrà fare un grosso sforzo d'immaginazione per capire a quali quesiti Silvione ha risposto "no" e "no comment".

giovedì 5 novembre 2009

IN THE BLOG


Il nostro giornalista gggiovane preferito, Andrea Scanzi, torna ad intervistare Daniele Luttazzi. Ma, a differenza delle altre volte, il pezzo non appare nel formato cartaceo (a meno che non venga pubblicato nei prossimi giorni), ma esclusivamente all'interno del blog di Scanzi. A pensare male si fa sempre peccato ma qualche volta ci si azzecca, diceva il Divo Giulio: non vorrei che il forte contenuto antiSilvio contenuto nelle parole del comico avessero fatto paura ai vertici del Nostro Quotidiano.

Qualcuno ricorderà che l'ultima intervista apparsa su La Stampa al comico (sempre by Andrew nostro, alla direzione c'era ancora Anselmi) aveva avuto qualche problema, con alcuni passaggi tagliati.

Qualunque sia la verità, è comunque un peccato che un'intervista così rimanga relegata in una nicchia, pur frequentata da diversi lettori, come un blog.

Il link per accedere all'articolo è http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=241&ID_articolo=200&ID_sezione=519&sezione=

mercoledì 4 novembre 2009

TESTA O CROCE

Però, però. Sullo scottante tema via-il-crocifisso-dalle-scuole-o-no (non vorrei sbagliarmi, ma a dare un'occhiata al panorama dei quotidiani nazionali solo La Stampa ne dà così ampio risalto, "Padania" a parte, ma lì la banda Bossi ci va a nozze), ho apprezzato il bel fondo del costituzionalista Michele Ainis, ma non sarebbe stato più corretto affiancare anche l'opinione di un non-laico?

Molto tempo fa sui grandi dilemmi Stato-chiesa prendeva spesso parola don Leonardo Zega. Poi per un po' di tempo ci ha pensato don Badget Bozzo a prendersi un po' di spazio sulle questioni di Chiesa. Per rispettare la pluralità di opinioni che da sempre rappresenta il fiore all'occhiello del Nostro Quotidiano, non sarebbe ora di ri-annoverare nei ranghi un opinionista cattolico?

martedì 3 novembre 2009

LETTERA A ANNA MASERA

Cara Anna,

nell'orgasmo di cui noi Stampisti stiamo godendo per l'eccezionale risultato conseguito dal sito del Nostro Quotidiano (mese di ottobre sopra 4 milioni di contatti e una media 260 mila visite quotidiane, Cronaca Qui beccati questa!), ancora una volta facciamo appello alla tua sapienza tecnologica per chiederti: ma com'è possibile che in fondo alla home page capeggi ancora il pdf de la prima pagina de La Stampa dell'11 ottobre? Ripicca della redazione web? Dimenticanza? Scelta precisa per simboleggiare il rispetto del passato? Bug?

Anna, scrivici!

lunedì 2 novembre 2009

WE ARE THE WORLD (?)



Tracciamo un piccolo bilancio a ormai sette mesi dal cambio di direzione? Tutto iniziò con lo speciale bobgedolfiano sull'Africa. Si proseguì con quello sulla crisi vista un anno dopo il fallimento della Lehman Brothers (che qualcuno ha rimproverato di essere un po' troppo "tecnico"). Ieri, una bella indigestione di Mister Barack con il focus sui primi 365 giorni del presidente Usa, già Premio Nobel. E' indubbio che l'impronta ggggiovane, internazionalizzante (e lievemente filoobamiana) voluta da Calabresi si faccia sentire sulle pagine del Nostro Quotidiano: per nostra Stampa piemunteisa fino al midollo potrebbe essere una svolta? Che ne dite?

venerdì 30 ottobre 2009

A CHE TITOLO

Decisamente, oggi la redazione di Visto è più cattiva del solito e si scaglia ancora con la prima pagina di oggi del Nostro Quotidiano. Riceviamo un commento di Bilbo82 e pubblichiamo.

Leggo la prima pagina de La Stampa di oggi e rimango di sasso. Titolo enorme: BERLUSCONI, LA RIPRESA C'E'. Sopra il titolo, però, Bankitalia annuncia la perdita di 650mila posti. Sotto il titolo, Draghi dice: prudenza. Nell'editoriale a fianco, Deaglio ci informa che il pil è caduto indietro di 10 anni e la produzione italiana al livello di addirittura vent'anni fa. D'v'è l'errore? Non c'è, evidentemente.
Ma naturalmente tutto passa in secondo piano perché a dominare la pagina è quell'annuncio trionfante, LA RIPRESA C'E'. E' quello che salta all'occhio e si stampa nella mente del lettore. Il problema è che non è un dato di fatto, è un'opinione. Mettere in risalto l'opinione di un politico che notoriamente stona sempre con i dati oggettivi è giornalisticamente sbagliato. Perché allora siamo liberi da domani di intitolare TIZIO DICE: IL SOLE E' QUADRATO.
Vogliamo i dati, i fatti, la realtà. Il politico è bugiardo per sua stessa natura. Meditate, direttori di giornale, meditate. Bilbo '82

BABY BOH

Confesso di essere un po' dubbioso sul grande spazio dato in prima pagina oggi dal Nostro Quotidiano sulla scoperta dell'Università di Stanford ("Non più necessari uomo e donna per fare bambini"). Intanto perché alzi la mano chi, dopo anni di annunci veri o presunti di rivelazioni e manipolazioni genetiche, si è stupito di fronte ad un annuncio simile (qualcuno ha commentato: "Ma perché, non era già possibile"?).

Se è davvero così, sarà molto più dura per i genitori spiegare come nascono i bambini ("Sai, tesoro, la cicogna ci portò la provetta, poi la fatina congelò i tuoi ovuli...").
Personalmente, avrei dato moooolto più spazio alle cinque morti dell'influenza A (come del resto ha fatto Repubblica).

Ci salverà la pecora Dolly?

giovedì 29 ottobre 2009

MI CONSENTA

Se non è record, poco ci manca. Date un'occhiata alla rubrica delle lettere di oggi: il presidente della Sicilia Lombardo se la prende con Gramellini per il Buongiorno di ieri (pur non smentendo le parole attribuitegli), un rappresentante dell'ufficio stampa di Scientology ha delle obiezioni sul pezzo di Domenico Quirico riguardante il movimento religioso (occhio a pronunciare la parola setta), il signor Flavio Rossi risponde al signor Ferruccio Guerrieri sull'argomento dell'Iva.

Ufficio reclami cercasi.

mercoledì 28 ottobre 2009

GENERAZIONE 13 EURO

Ancora sul delicato tema della professione del giornalista. Su segnalazione di un lettore ripeschiamo dal blog di Pablo Trincia (ormai entrato a pieno merito nella squadra delle "Iene" su Italia 1) sul sito de La Stampa un post davvero interessante perché scritto da uno "di dentro". L'articolo ha la data del 9 aprile e ha avuto commenti molto forti.

L'altro giorno mi sono sentito al telefono con Maria, 30 anni, un'amica-collega giornalista. Si parla del più e del meno - come stai, che combini, ecc. ecc. - e inevitabilmente si finisce a parlare di lavoro. Anche lei, suo malgrado, è freelance, e anche lei fa fatica a mettere insieme la colazione con il pranzo (la cena ormai è solo un miraggio).

(breve curriculum vitae di Maria: giornalista professionista, laurea a pieni voti in storia contemporanea, master in giornalismo, alcuni stage in giornali stranieri, ottima conoscenza di inglese e francese). A un certo punto, la conversazione fa più o meno così:
Io - "Beh, con chi stai collaborando?"
Lei - "Con una testata nazionale, *******"
Io - "Ah, bene!"
Lei - "No, mica tanto, la paga è da schifo!"
Io - "In che senso? Quanto ti pagano ad articolo?"
Lei - "No, guarda, mi vergogno a dirtelo.."Io - "Ma figurati! Quanto ti daranno, 50 euro a pezzo?"
Lei - "Eeeehh???? Magaaaari!!Io - "Oh Gesù.....30?"
Lei - "Ma scherzi? Mi pagano esattamente 13 euro ad articolo. Netti, per fortuna"

13 EURO AD ARTICOLO. Roba dell'altro mondo. Nemmeno i pezzi della cronaca locale della valle di Kathmandu vengono pagati così poco. E a chi? A una persona che ha studiato, collaborato con più giornali, girato il mondo. Certo, si dirà, nessuno ti obbliga a scrivere pezzi a 13 euro (ecco che pezzo scriverei io al posto suo, se fossi pagato quella cifra: ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ Fanno 13 euro, grazie.) Ma a volte la frustrazione prende il sopravvento.

Un giornalista che non scrive è come un panettiere senza forno, un tassista senza macchina, un pescatore senza reti: si sente inutile, fragile e depresso. E si aggrappa anche all'articoletto settimanale pagato uno schifo. Spero che quel giornale almeno abbia il coraggio di dichiararlo ai propri lettori, magari con un appunto in fondo al pezzo. "Gentili signori, questo articolo ci è costato solo 13 euro, perché è questo il valore che diamo al lavoro dei nostri collaboratori, non importa quanto qualificati". Chissà quanta gente lo comprerebbe, il giorno dopo. Io, no di certo.

Di storie come queste ne sento ogni giorno. Amici che collaborano da paesi lontani con importanti testate nazionali, che si vedono all'improvviso ridotto il già esiguo compenso senza alcuna spiegazione. O che smettono direttamente di ricevere telefonate dal caporedattore di turno. Ok, c'è la crisi. Ma questo è un problema più vecchio della crisi. E dunque, se siete lettori di uno o più giornali:Sapevate che molte delle riviste che acquistate in edicola sono "fatte" da giornalisti freelance? Sapevate che quel bell'articolo che avete appena letto è costato lunghi giorni di lavoro, ricerca e spese di varia natura, e che chi l'ha scritto verrà pagato appena 200 0 300 euro (o 13, come la nostra Maria)?

Sapevate che 9 volte su 10 gli articoli di un singolo collaboratore vengono retribuiti allo stesso modo, che vengano scritti da casa o dalle giungle del Bengala? O che l'articolo tratti di Al Qaeda o di Paris Hilton? Sapevate che - proprio per questo motivo - molti di noi hanno cominciato a domandarsi se non sia più conveniente raccontare il mondo stando seduti comodi sul divano (orrore!!!), invece di andare 4-5 giorni chissà in quale posto sperduto, perché questo non dà più alcun valore aggiunto, anzi, toglie tempo e soldi al compenso finale?
E infine: Sapevate che il valore dell'informazione, uno degli elementi su cui si basa la società di oggi, precipita giorno dopo giorno?

Dopo aver pubblicato questo post, ricevo il messaggio di un'altra collega, Maria Francesca: "Esco (o forse ci sono ancora dentro, visto che un'alternativa è praticamente inesistente) da sette anni di collaborazione con una testata provinciale prima e regionale dopo: entrambe pagano i pezzi 4 centesimi a riga pubblicata. Totale a pezzo: da 1 a 2 euro, a seconda di come il redattore illuminato lo sistema in pagina. Il fattore qualità, che l'articolo sia stato o no scritto coi piedi, viene assolutamente ignorato. Sono una giornalista pubblicista laureata in lettere col massimo dei voti. Questo è il giornalismo in Calabria."

GRAMELLON DE' GRAMELLONI

Ormai il nostro SandoGram non ha più confini. Dal salotto di Fazio la sua fama si è estesa nientemeno che al mondo del fumetto. Il vicedirettore de La Stampa è stato intervistato dal conduttore di Radiodue Federico Taddia, in occasione del Festivaletteratura di Mantova. L'intervista è stata trasformata in fumetto dal bravissimo Donald Soffritti (uno che con un nome così non poteva che dedicare la sua vita ai personaggi Disney) ed è pubblicata sul "Topolino" in edicola questa settimana.

Potete scaricarla a questo link: http://www.lastampa.it/_web/tmplframe/default.asp?indirizzo=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/fumetti-e-cartoons/pdf/Topolino.pdf

Immagini: Disney

GIOVENTU' BRUCIATA

Anche il Nostro Quotidiano è caduto nella trappola dello "Sindrome di Studio Aperto"? Il riprovevole fattaccio dello Steiner (alcuni studenti avevano marchiato a fuoco un loro coeratneo) ha risvegliato di brutto il mai sopito filone bullismo, che fa tanto Tg di Italia 1. Da allora, da parecchi giorni le pagine della cronaca torinese si occupano delle solite malefatte di qualche teenager annoiato. Un paio di giorni fa un'immagine del filmato dei ragazzini che sparavano pallini sui passanti troneggiava al fondo della prima pagina del giornale.

Il problema, ragazzi, è che ne succedono ogni giorno, ahinoi.

martedì 27 ottobre 2009

TRAINS WARS


Nuova puntata della saga La Stampa vs Ferrovie dello Stato (che a dirla tutta è un po' come sparare sulla croce rossa). Dopo i forum-botta-risposta dei giorni scorsi, oggi ci si mette di mezzo pure Sandro Cappelletto che per un attimo abbandona Bach e racconta la sua disavventura su un Intercity Torino-Roma (credici, Sandro, c'è chi ne ha vissute di ben peggiori).

Che in via Marenco qualche giornalista pendolare sia rimasto scottato da qualche inefficienza di troppo delle Fs?

lunedì 26 ottobre 2009

IO, PIER E LUIGI

Prima di rimboccarsi le maniche e annunciare i dettagli del suo programma politico che (almeno nelle intenzioni) dovrà mandare in pensione Silvio, il neo segretario del Pd farà bene a chiarire una volta per tutte il particolare che più sta a cuore all'elettorato democratico. Come si scrive il suo nome, Pierluigi o Pier Luigi?
Sono dubbi amletici, eh.

Scorrendo gli organi d'informazione, dal cartaceo al web, si scopre che regna l'anarchia più assoluta.
Il Nostro Quotidiano nella versione in edicola opta per i due nomi staccati. Sul sito web, però, compare la versione "compatta". Sul sito di Repubblica troneggia la versione "Pierluigi", mentre la scelta di Maria Teresa Meli nel suo pezzo apparso sul Corriere della Sera è "Pier Luigi". Come sempre, si distingue Il Giornale. Nell'articolo di Alberto Taliani, il nome del nuovo leader del Pd compare in tutte e due le versioni, a poca distanza l'una dall'altra, nelle prime righe.
Va detto che sul sito del politico, il nome compare "staccato", anche se nella testatina su Google che rimanda al sito c'è la versione compatta.

Il mistero, pertanto, rimane. Solo una persona al mondo può sciogliere il nodo.
Bersani, scrivici!

DONDONI LIBERO

Quanto piace a noi Stampisti la contaminazione tra televisione e le firme del Nostro Quotidiano. A tale proposito, uno dei portabandiera del movimento "I Volti de La Stampa svelati ai telespettatori" è certamente Luca Dondoni. Il nostro critico musicale è stato protagonista nella puntata del sabato di "Processo a X Factor", come riportato da Tvblog:

Nella puntata di ieri del Processo a X Factor è accaduto un episodio degno di nota. Il programma ha iniziato a dar voce ai giornalisti, oltre che agli speaker radiofonici, invitandoli a votare i cantanti ancora in gara per formare delle pagelle d’autore. A distinguersi nel parterre di grandi firme Luca Dondoni de La Stampa, che effettivamente i più ricorderanno come opinionista-commissario esterno di Amici. Già in altre occasioni il gradimento di Dondoni verso X Factor è apparso piuttosto appannato, ma nei giudizi espressi ieri c’era qualcosa di oltremodo sospetto.

A causa di questo atteggiamento, Luca è stato attaccato da Morgan (criticato dal Nostro in qualche precedente recensione) e da Antonella Elia (avessimo detto Oprah Winfrey). Come se non bastasse, ci si è pure messo di mezzo Francesco Facchinetti: "Dondoni, non è che lavori per Amici"?

Da tutto questo non si può ricavare che una sola riflessione. L'effimero mondo dei talent show non è posto per i veri esperti musicali. Luca, molla l'ingrata Rai, sei un incompreso. Dalla redazione di Visto si Stampa si eleva un solo grido: Dondoni libero!

Qui di seguito il link per accedere all'articolo completo su Tvblog: http://www.tvblog.it/post/16351/luca-dondoni-ancora-contro-x-factor-da-4-a-marco-e-chiara-facchinetti-ma-lavori-per-amici#continua

VIST CHE BRAV 2


Nella settimana che ha condotto alle Primarie vinte da Pierluigi Bersani, il premio "Vist che brav" per il miglior pezzo della settimana non poteva che andare a Luca Ricolfi e al suo dettagliato questionario rivolto ai tre candidati alla segreteria Pd. Un lavoro particolarmente "sudato", come lui stesso ci ha rivelato nel fondo di accompagnamento, e che crediamo abbia aiutato non poco molti elettori del Pd a fare chiarezza sulle posizioni di Bersani, Franceschini e Marino.

I nostri più sinceri complimenti al professore, uno degli analisti economici più brillanti del panorama nazionale, nonché osservatore sempre scrupoloso sull'attività dei nostri amati politici.

A proposito: cosa aspettano le forze di Governo (non importa di che colore) a farlo ministro dell'Economia?

venerdì 23 ottobre 2009

SOGNI SPEZZATI

Riceviamo e pubblichiamo.

In qualche post, qualcuno chiedeva se per entrare a lavorare in un giornale servono le raccomandazioni. Rispondo io: sì, oggi, negli anni 2000, servono. O meglio, servono le conoscenze. Qualcuno che lavori già nell'ambiente. Avere un nome importante, un parente o un amico che sappia indirizzarti nei canali giusti. Ci vuole anche questo, per carità. Ma a parità di curriculum, tra due persone che aspirano ad entrare in una redazione come aspiranti giornalisti, tra una normale e una "più normale", verrà sempre scelta la persona con il "calcio in c...o".

Ho 37 anni. Sì, non sono più di primo pelo. Scrivere su un quotidiano è sempre stato il mio sogno. Mi son laureata in Lettere, 101/110. Ho frequentato una scuola di giornalismo. Corsi di scrittura creativa e esperienze in ufficio stampa. Ho collaborato con periodici locali, free press, cataloghi per musei, tutto quello su cui è possibile scrivere.

Ho fatto stage su stage nelle redazioni web. Mi son specializzata in web designer e grafica. Parlo e scrivo correttemente in inglese e francese. Nei curriculum segnalo che sono disposta a trasferirmi in qualunque posto. Ho bussato a più porte io che un venditore di aspirapolveri.

Tutto questo non è servito. Ho visto passarmi davanti persone solo perché "conoscevano", avevano il "cognome". Non serve a niente, a niente "avere il fuoco dentro". Balle. Io il fuoco ce l'ho sempre avuto e ho fatto cose impensabili, ho lavorato a orari impossibili, stimolato dall'unico pensiero possibile: "un giorno, tutto questo avrà un senso e coronerò il mio sogno".

Oggi lavoro part time in una biblioteca. Contratto a progetto. Ho un fidanzato, ma non posso nemmeno pensare di sposarmi o farmi una famiglia. Mi ritengo già fortunata, per carità. Non lavoro in miniera. Ma mi domando a che cosa sono serviti tutti questi sacrifici. Risposta: a niente.

Quindi mi rivolgo ai giovani senza cognome o raccomandazioni che sognano di approdare a Stampa, Repubblica, Corriere, Il Giornale e via dicendo: non perdete il vostro tempo.

Credetemi, non avrete rimpianti.



Elena

ONE HOUR PHOTO

Ma chi sceglie le foto da affiancare agli articoli a La Stampa? Non avendo informazioni in proposito, ci rivolgiamo al photoeditor Mauro Vallinotto, che magari ci offrirà qualche delucidazione. (Mauro, scrivici!).
A lui indirizziamo una tiratina d'orecchie e un complimento.

Tiratina d'orecchie per la foto degli studenti universitari pubblicata a pag. 12-13, ad accompagnare il pezzo di Flavia Amabile sui "tornelli" per i professori. Mauro, quella foto l'abbiamo già vista un sacco di altre volte, è l'unica in archivio da poter inserire negli articoli sulla scuola? Va bene risparmiare, ma possibile che non esista uno straccio di fotografo che parta un mattino a fare due scatti a qualche matricola meno svogliata di quelle immortalate lì?
Un complimento, invece, per la scelta della foto di Bruno Vespa alle prese con lo stop all'aumento di stipendio. Il Vespone cupo con in mano... un abaco! Perfidamente geniale.

DAI RENATO

Visto si Stampa esprime la sua solidarietà a Renato Ambiel, autore di un'inchiesta sulla corruzione di alcuni assessori a Novara. Come riportato dall'edizione di oggi, la Digos ha perquisito la redazione novarese del Nostro Quotidiano, nonché l'auto e l'abitazione del giornalista, arrivando a sequestrargli computer e cellulare.

Il blog si unisce allo sdegno del Cdr de La Stampa.

giovedì 22 ottobre 2009

PER FORTUNA CHE C'E' IL RICCARDO


"Sul posto fisso siamo al ritorno dell'ancien régime".
Ormai c'è solo più un giornalista in Italia che cerca per un'intervista Bertinotti (ebbene sì, esiste ancora!): il nostro sinistrologo Riccardo Barenghi (vedi pagina 5). Meno male che Jena c'è. Sulle risposte date dal vecchio comandante Fausto, invece, segnalo un piccolo record. Dopo appena dieci righe, due casintegrati che discutevano sul bus lo volevano già mandare a stendere.

mercoledì 21 ottobre 2009

IL MIO NOME E' NESSUNO (?)

Ormai è diventato un piacevole appuntamento quotidiano, e ci offre una brillante analisi dei retroscena politici con linguaggio semplice e diretto. Parliamo del "Taccuino" di Marcello Sorgi, la cui frequenza ormai l'ha consacrato (a meno di prossime interruzioni) a vera e propria "rubrica" nelle pagine degli interni. Dal mio punto di vista, però, il nome della rubrica è troppo semplicistico. Quel "taccuino" sa di definizione messa così, all'ultimo, perché non venivano altre idee. Peccato. Uno spazio del genere meriterebbe, a parer mio, un altro titolo. D'altronde, non è lo stesso Sorgi che battezzò con felice intuizione il mitico "Buongiorno" di Gramellini?

Qualche modestissima proposta?

-Dentro il Palazzo.
-Backstage.
-Dietro le quinte.

-Nota politica.
-Valzer. (non so perché, mi suonava bene).
-La postilla.
-Linea diretta.
-Sorgi Quotidiani.
-Pensieri.
-A mezzo stampa.
-Osservatorio.
-Poltrone.

-Nomi e cognomi.

Si accettano suggerimenti. Chissà che nei prossimi giorni, non vedremo il titolo cambiare...

GO WEST

Maria Corbi è a Tashkent (alzi la mano chi saprebbe indicarla sulla cartina geografica) per seguire il concerto di Sting alla corte del presidente Gulnara, quando nella vicina Russia sta per svolgersi il misterioso vertice tra Silvio e Putin, che l'Italia intera vorrebbe conoscere nei dettagli (soprattutto mondani). Il berluscologo Ugo Magri avrà preso il volo per San Pietroburgo oggi con il premier? O sarà proprio la Corbi che prima di far ritorno a Roma si sguinzaglierà sulle tracce di quei discolacci? Più appassionante di una spy-story. Maria, scrivici!

WWW.NONMIMANCHITU

Fresco del primo riconoscimento "Vist che brav", Alberto Mattioli ci ha preso gusto e punta deciso a fare il bis a fine settimana. Il suo pezzo su come di può vivere meglio senza il digitale è già un piccolo cult: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6521&ID_sezione=&sezione=

Da venerdi 9 ottobre vivo senza televisione. E non solo sopravvivo, ma sto benissimo. Dovrei mentire e scrivere che soffro martire dell'esperimento sadico di restare senza tivù nel 2010? Beh, no.

Il commento offre un interessante spunto di discussione. Che ne pensate? Davvero la professione del giornalista, uno che delle notizie e del "bombardamento mediatico" dovrebbe farne il suo immancabile pane quotidiano, può vivere senza televisione?

martedì 20 ottobre 2009

LA RAI CHE NON VEDRAI

E' ufficiale: Paolo Festuccia tifa Rupert Murdoch. Non bastava l'offensiva contro Sanremo lo scorso febbraio, oggi infierisce ancora sulla povera Rai con l'annuncio della prossima digital key di Sky. E così, dalle grotte dell'Afghanistan dove scrive per sfuggire alla furia dei figli e dei parenti della Guardia Forestale, "vittima" del suo ultimo reportage, adesso si deve pure guardare dai predoni baffuti sguinzagliati sulle sue tracce dal dg Mauro Masi.

UPDATE.
riceviamo e pubblichiamo:

Dalle grotte dell'Afghanistan ti saluto e ti ringrazio per l'attenzione che dedichi al quotidiano La Stampa. A presto
Paolo Festuccia


Grazie a te, Paolo, e buon lavoro.

FINO IN RUSSIA CON AMORE

Non ditelo a Silvio sennò scoppia una bufera. Il pezzo del berluscologo Ugo Magri sul vertice (?) a casa di Putin relegato a pag. 26 anziché nelle pagine dedicate agli Interni! (a proposito, grande Jena: "Non voglio sapere cosa succederà lì dentro").

Ma a ben guardare, la scelta è saggia. Pensate che nella tre giorni russa Silvio e Wlady parleranno di politica?

lunedì 19 ottobre 2009

CHE CALZA CHE FA VOLUME 2


Tutti pazzi per i calzini turchesi del giudice Mesiano. La provocazione del nostro SandoGram da Fazio ha già avuto numerosi tentativi di imitazione. Prima la Annunziata nel suo programma su RaiTre (come ci segnala il nostro progenitore Pazzo per Repubblica), e come se non bastasse pure Franceschini, che non sa più che stravaganza inventarsi per guadagnarsi il quotidiano titolo sui giornali del mattino.

Gram, fatti pagare i diritti d'autore!

sabato 17 ottobre 2009

CHE CALZA CHE FA

Nella consueta ospitata da Fazio, il nostro SandoGram si supera. Parlando del caso Mesiano, il giudice pedinato dalle telecamere di Canale 5, il Nostro sfoggia in studio un paio di calzini turchesi (scelta tanto bistrattata dall'allegra troupe Mediaset, che visti indossati dal pm li ha giudicati "stravaganti") e ne regala un paio al conduttore.

Una gag che vale più di mille editoriali di tanti quotidiani.

Niente da dire. Massimo, sei un Grande.

RESISTERE RESISTERE RESISTERE

Borsino delle vendite di settembre dei quotidiani. Si segnala il boom del Giornale: la cura Feltri funziona egregiamente.
La Stampa resiste.

Corriere della Sera (+1%) 532.842 copie
Repubblica (+6%) 517.309
Il Sole 24 ore (-18,7%) 265.582
Il Giornale (+22,3%) 220.117
Gazzetta dello Sport (-8,4%) 377.256
La Stampa 300.200 (-0,3%)
Libero (-3,8%) 121.255

Fonte: Fieg

PROFESSIONE REPORTER


Ci scrive Alby, aspirante giornalista.

Mi spaventano i commenti che ho letto negli ultimi post riguardanti il futuro della Stampa... io ho 23 anni, a luglio mi laureo in scienze politiche e il mio sogno è fare il giornalista, da sempre. Collaboro già con qualche giornale locale.

Ma da torinese, mi piacerebbe poter lavorare ne La Stampa. Quali sono i primi passi da fare in proposito? Serve davvero una raccomandazione? Chi sono le persone da contattare? E' possibile frequentare uno stage, anche gratuito, nella redazione?

Alby


Caro Alby, purtroppo per i giovani è sempre più arduo poter iniziare a lavorare in un quotidiano. Sull'argomento chiesi dei lumi un paio di anni fa ad una prestigiosa firma de La Stampa. Questa la sua risposta:

La realtà è che per i prossimi 4-5 anni nei giornali non si assumerà nessuno e che quanto alle collaborazioni, persino gratuite, ci sono decine di ragazzi fuori dalla porta, soprattutto fra coloro che hanno seguito i corsi postlaurea di giornalismo, ottenendo la possibilità di venire a fare degli stages estivi in redazione.

Che fare? Intanto sapere che il giornalismo, per il 90%, è titolare gli articoli degli altri, leggere le agenzie di stampa, cercare le fotografie da mettere in pagina. Un lavoro anonimo. Solo una minoranza scrive e solo una minoranza della minoranza va in giro a fare l’inviato.

L’unico settore, in prospettiva, che offrirà qualche chance ai giovani è internet. I quotidiani di carta vanno verso una inesorabile riduzione degli organici e delle pagine.

Il mio consiglio? Bazzicare le redazioni delle piccole riviste o dei giornali locali, dove qualche spazio, qua e là, si presenta ancora. E poi mettere un tuo blog su internet, in modo da avere un riscontro immediato di lettori, oltre che una palestra per esprimerti e farti notare.


Ciò nonostante, il commento aveva come postilla di conclusione un invito a non mollare.
Come vedi la situazione (ma non ci voleva certamente la palla di vetro per immaginarla) non è delle più rosee.
Il dibattito è aperto, sarebbe bello se intervenisse qualche lettore che magari ha bazzicato nella redazione del Nostro Quotidiano, per offrire ulteriori commenti ed eventuali consigli.

INFLUENZA-A CHI?

Accusano i giornalisti di seminare il panico sull'Influenza A, che a quanto pare è meno pericolosa dell'influenza normale?
E da lunedì, in tutta risposta, il Nostro Quotidiano allega, alla modica cifra di 80 centesimi, la Guida completa per saperne di più sulla malattia più tristemente nota del momento.

Questa sì che è vera informazione a beneficio del lettore.

Cronaca Qui, beccati questa!

VIST CHE BRAV 1

Il premio "Vist che brav" (che inauguriamo oggi) per il miglior pezzo della settimana va alle spassiosissime pagelle di Alberto Mattioli sui presenti alla prima della "Traviata" al Regio di Torino. L'articolo è apparso sulla Stampa di ieri, venerdi 16 ottobre. Eccovene un assaggio.

Sergio Chiamparino 7
CECCHINO. Novità di quest'anno: al sipario finale, i supernotabili della fila 10 e dintorni impegnati nel lancio di bouquet all'indirizzo di Violetta appena risorta e sorridente al proscenio. Buona la mira del Chiampa (rigorosamente no smoking, come al solito) & Co.; i mazzi di fiori sono atterrati in palcoscenico con la missione di un missile Patriot.


Dalla redazione di Visto si Stampa le più sincere congratulazioni a Mattioli (e a Chiamparino).

venerdì 16 ottobre 2009

SCHERZI DA PRETE

Una notizia che non poteva passare inosservata a noi Stampisti: da oggi la Voce del Popolo, storico settimanale della Diocesi torinese finora venduto esclusivamente nelle parrocchie, è disponibile anche in edicola.

Molto cavallerescamente, l'annuncio viene riportato in prima pagina della cronaca di Torino dal Nostro Quotidiano con un pezzo della Martinengo.

L'uscita dalle chiese della Voce darà filo da torcere alle vendite de La Stampa? Come se non bastassero già l'edizione torinese di Repubblica e Cronaca Qui.

Ragazzi all'erta.

TORNA A CASA MINZO

Dagospia ieri sera è tornato ad occuparsi de La Stampa.

Strano ma vero: perchè la Stampa stamattina non ha messo nemmeno una riga (anzi, c'è solo una brevina) sull'audizione del suo ex notista politico "gusto" Minzolini. A Saxa non si parla d'altro. Che è successo tra Calabresi e Minzolini?

In attesa di ristabilire la verità, non possiamo che rinnovare il nostro appello: torna a casa, Minzo. Al Tg1 sei un incompreso.

giovedì 15 ottobre 2009

ARRIVEDERCI AMORE CIAO

Non sia mai detto che da una critica non possa nascere una discussione. Un lettore (che non si firma) lancia una pesante provocazione.

I giornalisti di La Stampa sono sempre più mediocri. Quelli buoni se ne vanno altrove. Tanto per dirne una: Lirio Abbate è passato a Repubblica.

Naturalmente ognuno avrà una sua opinione in proposito. Personalmente credo che il Nostro Quotidiano, che certo oggi può apparire molto distante dai Grandi Anni, abbia ancora tra le sue pagine delle firme di tutto rispetto.

E' indubbio però che alcuni nomi prestigiosi che qui hanno scritto, abbiano negli ultimi tempi preso altre strade. Io non smetterò mai di rimpiangere la bellissima rubrica di Pigi Battista, un fuoriclasse che il Real Madrid-Corrierone ci ha strappato ormai parecchi anni or sono.

E voi che dite? Ci sono firme del passato emigrate in altri lidi che rimpiangete?

MR. CROCODILE DANDY

Carlo is back! Ormai per gustarci un fondo di Carlo Rossella, dobbiamo aspettare la dipartita di qualche personaggione. L'ultimo suo intervento risaliva alla scomparsa di Ted Kennedy. Oggi, immancabile come il cacio sui maccheroni, ecco in cronaca il commento alla morte della regina dell'alta società Maria Angiolillo, del cui salotto il Nostro era di casa. Non è che a fare i coccodrilli la nostra Rossellona ci abbia preso gusto...? Vipponi e nobilastri, fatevi gli scongiuri!

LA STAMPA SI', LA STAMPA NO/UNA RISPOSTA



In riferimento allo spunto di discussione sollevato ieri da Sandro70, metto in evidenza il dettagliato commento della lettrice Manuela Panero, che ringraziamo.

Caro Sandro,

tu poni un problema serio soprattutto per una torinese, che oramai vive all'estero da tempo, La Stampa è oramai un giornale di secondo piano in Italia che rischia anche di morire economicamente in poco tempo.

Per troppo tempo e' stato gestito male e come un oggetto "anomalo" nel gruppo fiat. I grandi giornali italiani e mondiali fanno parte di grandi gruppi editoriali come in italia possono essere Repubblica e RCS che permettono loro maggiore indipendenza e risorse economiche. Ma vuol anche dire garantire maggiore livello culturale delle persone che ci lavorano, maggiore apertura intellettuale, maggiore mobilità di persone e menti.

La Stampa non e' mai riuscita a creare intorno a se un gruppo editoriale allargato per l'icapacita dei suoi manager che hanno ritenuto piu utile coltivare l'orticello piemontese in cui si ritenevano forti. Ora penso che la crisi economica possa dare una bella batosta alla situazione. Mi dicono amici torinesi che dovranno tagliare il personale di un terzo in due anni e la qualita non puo che peggiorare. Prima l'allontanamento di Anselmi, poi l'arrivo di Calabresi che è partito con belle parole, ma ora il giornale è molto una melassa, poche cose incisive. Forse puntano consciamente al piemontese un po' conservativo. E' evidente la non volonta di parlare non bene di Berlusconi, ma gli incentivi governativi per l'auto servono per tenere viva Fiat in un momento difficilissimo.

Anche sul piano internet La Stampa ha fatto errori gravi. Era partita per prima, poi si e' persa. L'azienda non ci ha cresduto e ora paga gli errori economicamente culturalmente. Il sito spesso ha addirittura problemi tecnici gravi, poi è è pensato con una logica vecchia e ritrita. Ho letto in giro che ci sono anche problemi gravi per chi lavora nella redazione on-line. Non vorrei poi sembrare bacchettone ma un giornale della storia della stampa che mette sempre in home page donnine nude o quasi, fotogallery di donne in intimo, scandali, stupidaggini multimediali su grandi fratelli e simili non ha futuro come giornale serio, puo' fare da competitore a testate di gossipp, ma e' un'altra storia.

Mi sembra veramente una situazione quasi drammatica che richiede troppi mutamenti per avere davvero del cambiamento. Penso che l'unica speranza di vita del giornale e' diventare un buon giornale locale con discrete pagine nazionali. E' vero tutti i migliori se ne stanno andando: Barbara Spinelli non è andata a lavorare al Fatto Quotidiano?


Buona discussione,
Manuela

Il destino de La Stampa è, dunque, quello di diventare una sorta di Secolo XIX, giornale a forte caratura regionale con i fatti nazionali in apertura? Gli spunti di riflessione, evidentemente, non mancano.

mercoledì 14 ottobre 2009

LA STAMPA SI', LA STAMPA NO

Riceviamo da un lettore, lo ringraziamo e volentieri pubblichiamo.

Caro "Visto", ciao e complimenti per il blog. Intervengo sulla questione che simpaticamente hai sollevato sul ruolo de La Stampa nello scontro repubblica-corriere.

Io credo in tutta franchezza che la Stampa di Torino abbia perso quel ruolo che aveva fino a qualche anno fa, di sollevare opinioni anche forti o contrastanti, e comunque attiva nel mostrare sempre un'analisi attenta su determinate questioni, un atteggiamento che la portava a giocare tranquillamente un ruolo di "faro" di riferimento accanto ai mostri sacri dei due maggiopri giornali italiani.

Oggi, secondo me non ci sono più le firme per farlo. Non c'è più Ceccarelli, non c'è più Battista. Forse l'unica eccezione è la Spinelli, che è un po' il nostro "Scalfari" domenicale. Non ci si può accontentare dei Buongiorno del comunque ottimo Gramellini, perché secondo me ai politici qualche battuta qua e là fanno appena il solletico. E ai politici, di destra o sinistra, le scatole bisogna rompergliele, sempre.

Io non so se è stato davvero Berlusconi a cacciare Anselmi perché era diventato "scomodo", paradossalmente se così fosse, non si può che rallegrarsi dell'ottimo operato dell'ex direttore. Però il fatto che non venha mai citata La Stampa in queste ultime discussioni tra Repubblica e corriere può essere indice di un suo sostanziale appiattimento: ovvero, inutile tirare in ballo un giornale "che tanto non dà fpiù fastidio".

Non dico che sotto la direzione di Calabresi sia diventata servile, ma non posso notare (tengo a precisare che sono un moderato) che non riesco più a leggere editoriali o commenti che non siano banali o imbevuti di una certa retorica populista. Spero di sbagliarmi, da affezionato lettore quale sono.

Sandro70, Torino

La discussione è aperta.

CIAO CORRADO

Nelle pagine dello sport, il bel ricordo di Corrado Sannucci, giornalista sportivo di Repubblica scomparso ieri, firmato da Roberto Beccantini.

Fino all'ultimo, ha pensato ai lettori. E fino all'ultimo, i lettori hanno pensato che ce l'avrebbe fatta.

Ciao, Corrado.

martedì 13 ottobre 2009

BARBAPAPA' O CIUFFOLONE?






La diatriba Repubblica-Corrierone non può lasciare indifferenti noi de La Stampa, che ci sentiamo un po' come La 7 in mezzo alle beghe Mediaset-Rai. Finora ha pagato il tono tutto sommato moderato, ma è ora di prendere posizione. Perché il buon Barbapapà-Scalfari nella sua campagna antiberlusconiana fa solo riferimento al quotidiano di via Solferino e non guarda al di là del Po? Ecchecavolo. Da che parte stiamo, stampisti? La pensiamo come il vecchio Eugi o il ciuffolone De Bortoli? O c'è una terza via?