IL BLOG DEI FANATICI DE

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lunedì 23 novembre 2009

VIST CHE BRAV 3

Torna il premio Vist che brav (non ce lo eravamo dimenticati!) e questa settimana se lo porta a casa una delle nostre firme preferite, Mattia Feltri, grazie all'articolo pubblicato ieri sull'ormai famigerato "guazzabuglio lessicale" (declinarlo al maschile o al femminile?) legato al termine "trans". Questione più che mai di moda, e affrontata anche nel nostro blog qualche post fa.

Anche il blogger Gabriele Zamparini tratta dell'articolo di Feltri nel suo spazio web.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Allora la "confusione" è proprio la linea della "Stampa," come mostrato sabato da Gramellini da Fazio; una piccola scivolata in una performance peraltro acuta e godibile.

Non vi è alcuna confusione, se non quella alimentata ad arte da transfobi, goliardi, e gloliardi transfobi.

Come ho scritto mille volte in PPR,

1) se la persona transessuale è passata "da maschio a femmina" ("male to female," M2F) si dovrà usare con lei il genere FEMMINILE.

2) Se la persona transessuale è passata "da femmina a maschio ("female to male," F2M) si dovrà usare con lui il genere MASCHILE.

In accordo con la loro volontà, con la loro auo-identificazione, con il loro abbigliamente, e finanche con lo stesso nome proprio da esse (F2M) e da essi (M2F) adottato.

E' una cosa difficile da capire? crea confusione?

A meno che, ovviamente, non lo si voglia capire, e si voglia invece manifestare tutto il proprio DISPREZZO PER LE PERSONE TRANSESESSUALI, cioè la propria transfobia (fedele sorella dell'omofobia).

Lo Stampista ha detto...

Cara Caterina, grazie del contributo e benvenuta a Visto. Così come su tutti i quotidiani, anche La Stampa non brilla per chiarezza sull'argomento. Chissà che il pezzo di Feltri non aiuti a far luce sul'argomento.

Anonimo ha detto...

Caterina, mi spiace dirlo, ma la grammatica non si può piegare al politically correct...se all'anagrafe uno è registrato come uomo va trattato (lessicalmente) come tale. E' la scelta corretta, anche se magari poco elegante...
Bruno

Anonimo ha detto...

Caro Bruno,

per me la correttezza, il rispetto per gli altri e l'umanità vengono prima di ogni grammatica, di ogni ortografia e di ogni sintassi.

Ma lasciamo pure stare per un momento correttezza, rispetto per gli altri e umanità.

Ascolta il parere di un'esperta del ramo.

Da un punto di vista meramente grammaticale, se una persona è chiamata vulgo "Brenda" (femminile), ad essa ci deve riferire usando il femminile in accordo con tale nome, qualunque cosa vi sia scritto sulla carta d'identità.

Questo in linea di principio: tale persona è "comunemente nota" ("vulgo") con un nome femminile: le va applicato il femminile. Ciò per ovvie ragioni di concordanza.

Se poi arriviamo al caso limite di un articolo di giornale in cui la persona in questione sia chiamata in effetti solo ed esclusivamente con il nome femminile di "Brenda": è obbligatorio che ad essa persona ci si riferisca col femminile. Ogni riferimento ad essa col maschile sarebbe errato, così come è errato dire "Maria è bello", "Mario è bella"; e così è gravemente errato dire "Brenda (femminile) è un trans(sessuale)" (maschile).

Tutti gli articoli in cui Brenda è chiamata Brenda, e viene poi usato il maschile, violano la grammatica italiana.

Se un transfobo ed omofobo proprio non si volesse rassegnare a chiamare al femminile la povera Brenda, costui dovrebbe andare a recuperare sulla carta d'identità il nome maschile di Brenda, e chiamarla con esso nome maschile. Allora, sarebbe un omofobo che oltraggerebbe la memoria di una persona che voleva essere "Brenda," ma non violerebbe la grammatica.

Nei casi in cui vi sia stato cambiamento anagrafico di sesso, non vi è più possibilità alcuna di riferirsi alla persona transessuale (M2F, s'intende) usando il genere maschile, se non violando grottescamente al contempo sia le leggi del vivere civile, che quelle della grammatica.

Spero di essere stata chiara, e soprattutto di averti convinto.

Anonimo ha detto...

Grazie, Stampista, complimenti per il blog. Apprezzo le tue saltuarie incursioni a PPR, e ho pensato di venire a fare una visita (o due). A presto.